Twitter aveva introdotto la clausola contro il misgendering e il deadnaming già nel “lontano” 2018. Ma ora, a quanto pare, qualcosa è cambiato nella gestione della piattaforma. “La decisione di Twitter di annullare segretamente la sua politica di lunga data è l’ultimo esempio di quanto sia pericolosa l’azienda sia per gli utenti che per gli inserzionisti”. Così ha commentato Sarah Kate Ellis, presidente di Glaad, precisando che questa azione non fa altro che allontanare Twitter da TikTok, Pinterest e Meta, tutte molto attive nella difesa degli utenti transgender e nella limitazione dei contenuti di incitamento all’odio. Ma Elon Musk non sembra essere interessato alla questione, avendo accettato che l’app modificasse la policy senza neppure un annuncio ufficiale.
Di tutta risposta, quando Gizmodo ha cercato di chiedere un commento a Twitter l’ufficio stampa ha risposto utilizzando l’emoji 💩. L’ennesima dimostrazione che la società è cambiata dopo l’acquisizione da parte di Musk, che si è più volte detto interessato a costruire uno spazio virtuale votato alla libertà di parola. Proprio per questo, di recente l’imprenditore ha ripristinato quasi 12.000 account che erano stati bannati dalla piattaforma, molti dei quali appartenenti a noti antisemiti e neonazisti. Non c’è quindi da stupirsi che Musk abbia accettato un cambio di politica sul misgendering, soprattutto considerando che già in passato ha deriso pubblicamente gli utenti che utilizzano un pronome nella biografia.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-04-19 13:32:56 ,