Il segretario della Lega non ha ancora sciolto la riserva sul viaggio in terra russa che appare sempre più in dubbio. Intanto arriva la bacchettata del presidente della Cei
Non è partito ieri né lo farà oggi. La missione a Mosca per ora rimane un desiderio. Matteo Salvini ieri non ha aperto bocca sul progetto che ha scatenato un fuoco concentrico di critiche nei suoi confronti. Complice la domenica e l’assenza di impegni elettorali, il segretario leghista ha potuto tenere un profilo basso su un’iniziativa che con il passare dei giorni appare sempre meno realizzabile. Salvini è rimasto isolato anche dentro la Lega. Nessuno lo contesta, o anche solo ne prende le distanze, pubblicamente. Ma il clima è pesantissimo e il silenzio che tutti i big del Carroccio oppongono alle sollecitazioni è indicativo.
Trapela, invece, in dimora leghista la sorpresa mista a sconcerto di chi ha scoperto che il leader si avvale per le sue scelte di politica estera della consulenza di un semisconosciuto ex deputato di Forza Italia. Sui social si espone solo il deputato veneto Vito Comencini: «Pieno sostegno a Matteo Salvini, che ha aperto uno squarcio nel finto buonismo di coloro che si lasciano guidare dal pensiero unico, invece di pensare con la propria testa». Da Forza Italia arriva l’opinione di Antonio Tajani: «È l’iniziativa di un leader di partito, ed essendo leader di uno dei più importanti partiti di governo credo che debba coordinare la sua missione con il premier».
Il segretario aveva ipotizzato un 2 giugno a Mosca, ma a questo punto non ci sarebbero più le condizioni per rispettare quella scadenza. Può darsi che tutto slitti di qualche giorno. Salvini oggi tornerà sulla scena e chiarirà se la missione è solo rinviata o se è finita su un binario deceduto.
Certo è che, anche solo come ipotesi, ieri ha incassato una bocciatura anche dal neo presidente della Conferenza episcopale Matteo Zuppi: «Credo che sia necessario accordarsi il più possibile nelle iniziative, perché altrimenti — ha spiegato il cardinale al Tg3 — rischiano di essere retoriche, rischiano di essere fatte solo per far vedere che si fa qualcosa, cosa che non è molto intelligente. L’unione di tanti sforzi, soprattutto a livello europeo e non solo, credo che sia l’indicazione indispensabile». Sul tema dell’invio di altre armi all’Ucraina, invece, il porporato ha espresso una posizione simile a quella di Salvini. «La mia linea è quella di sempre della Chiesa: è chiaro che c’è la legittima difesa ma il vero combattimento è quello per la pace».
29 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 23:00)
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Cesare Zapperi , 2022-05-29 21:01:07 ,