Moderna mette 4,5 miliardi sulla ricerca
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Roma – In sviluppo ci sono 48 farmaci, altri 50 sono allo studio in laboratorio e 30 i immunizzazioni a cui si lavora. Numeri che raccontano l’altra faccia di Moderna. Quella oltre Spikevax, il vaccino contro Covid-19 che nel 2020 ha messo il piede sull’accelerato alla startup fondata a Cambridge, Massachussetts, nel 2010. Perché la tecnologia dell’Rna messaggero che ha permesso di sviluppare in pochi mesi una risposta alla pandemia di coronavirusè una piattaforma, che consente di usare l’informazione come farmaco”, spiega Stepháne Bancel, amministratore delegato di Moderna, a Roma per inaugurare ufficialmente la prima sede italiana dell’azienda.

Dobbiamo tornare al 2011 e all’idea di iniettare l’istruzione per produrre ciò che serve – dice il manager -. Fino ad allora la farmaceutica aveva avuto un approccio analogico, ci si muoveva verso una medicina digitale. Non c’è malattia che non possiamo affrontare con la tecnologia dell’mRna“. In sostanza, anziché sviluppare specifici farmaci, si decritta come funziona la patologia e si istruisce la cellula per produrre ciò che serve a contrastarla. Una tecnica che va dalle malattie respiratorie ai tumori. Semplice da spiegare, più complessa da realizzare. Tanto che Moderna ha stabilito per quest’anno di investire 4,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. Solo quattro anni fa, nel 2019, la fiche era un decimo: meno di 500 milioni. “Non abbiamo ancora concluso i budget dell’anno prossimo ma consideriamo di mantenerci sullo stesso livello”, preannuncia l’ad.

Crescita imponente

Le ragioni sono due. Una di natura economica. La biotech nel frattempo è diventata un colosso che nel 2022 ha iscritto ricavi per 19,26 miliardi di euro e un profitto netto di 8,36, ha arruolato oltre 3.800 persone e sta conducendo studi avanzati per immunizzazioni contro 15 patogeni da concludere entro il 2025. Insomma, ha soldi da investire. Certo, la fine della fase emergenziale della pandemia di Covid-19 emerge in controluce anche dai conti. Nell’ultima nota relativa al primo trimestre del 2023, Moderna ha segnato 1,9 miliardi di ricavi contro i 6,1 dello stesso periodo del 2022, “fondamentalmente per la diminuzione delle vendite dei immunizzazioni contro Covid-19”.

La seconda ragione è di natura competitiva. È il momento di premere l’acceleratore per andare oltre Covid-19. C’è da dire che la biotech statunitense del coronavirus non si è dimenticata. Chantal Friebertshäuser, vicepresidente con funzioni commerciali per Europa, Medio Oriente, Australia e Canada, spiega: “Siamo pronti per la prossime varianti, in particolare per produrre i immunizzazioni aggiornati alla Xbb 1.5, che le autorità identificano come la predominante, da consegnare in Europa e in Italia”. Ancora non si sa quali saranno le politiche sanitarie adottate dall’Italia né se l’acquisto dei immunizzazioni avverrà sempre sotto la regia della Commissione europea o ciascun Stato dell’Unione dovrà fare da sé.



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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-06-21 16:08:13 ,

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