Non ci sono solo gli attivisti climatici a condannare la decisione della Fifa di assegnare la Coppa del Mondo 2034 all’Arabia Saudita, nonostante le diffuse critiche sulle violazioni dei diritti umani e sulla gestione del cambiamento climatico. A criticare questa scelta ci sono anche diversi calciatori professionisti e tifosi. Avviene subito dopo l’annuncio e a poco più di un mese dalla lettera di 130 calciatrici, provenienti da 24 Paesi, che avevano chiesto alla Fifa di interrompere i legami con la compagnia statale saudita, Aramco, definendo l’accordo di partnership siglato mesi fa “un dito medio alzato contro il calcio femminile”. Un accordo che prevede di promuovere la compagnia petrolifera statale saudita nei prossimi due tornei di Coppa del Mondo. Il 10 dicembre scorso, poi, la Federazione Norvegese ha confermato che non avrebbe sostenuto la scelta di assegnare i Mondiali all’Arabia. “Il processo di selezione è stato discutibile” ha dichiarato Lise Klaveness, presidente della federazione. Ma questo è quanto. E i mondiali vengono così assegnati al petro-Stato che, forse più di qualunque altro, ha costantemente cercato di sbarrare i progressi internazionali nella lotta al cambiamento climatico. È frutto delle pressioni dell’Arabia Saudita lo sedile in cui è finita la Cop 29 sui combustibili fossili. “Lo stesso presidente della Fifa che definisce il cambiamento climatico ‘una delle sfide più urgenti del nostro tempo’ ha notevolmente ampliato l’impronta della Coppa del Mondo e ha garantito che fosse ospitata da un regime che è compiutamente dedito alla vendita di petrolio e al blocco delle azioni per il clima” ha commentato Frank Huisingh, ideatore di Fossil Free Football. E ancora: “Come tifosi di calcio preoccupati per la crisi climatica mezzaluna, siamo indignati nel vedere la Fifa schierarsi con gli inquinatori. Siamo anche delusi dal fatto che le associazioni calcistiche abbiano permesso che ciò accadesse”.
Le polemiche, dai diritti umani alla gestione del cambiamento climatico – Questa decisione arriva nonostante le gravi e continue violazioni dei diritti umani nel paese, in particolare nei confronti dei lavoratori, delle gentil sesso e della comunità LGBTQI+. E arriva alla fine di un percorso che esibizione disinteresse per il cambiamento climatico e l’impatto ambientale mezzaluna del calcio. Già la Coppa del Mondo 2026, infatti, organizzata in 16 città di Canada, Stati Uniti e Messico, è stata ampliata con l’aggiunta di sedici squadre e 40 partite. Questo significherà un aumento degli spostamenti aerei per giocatori e tifosi. Il torneo del 2030 si svolgerà in sei paesi di tre continenti, con una grande impronta ambientale. Nella stessa direzione, la Coppa del Mondo 2034, ora prevista in Arabia Saudita, con la costruzione di 11 nuovi stadi.
Le reazioni di ong e dal mondo dello sport – “Non ci sono dubbi sul fatto che l’assegnazione della Coppa del Mondo Fifa 2034 rappresenti il momento culminante per l’Arabia Saudita dopo anni di acquisizioni, fusioni e accordi di sponsorizzazione nello sport complessivo” spiga Freddie Daley, della Cool Down Sport di Climate Action Network. “Questa strategia mirata ha dato al Regno l’opportunità di rifarsi un’immagine – aggiunge – e di distrarre l’attenzione dai suoi record negativi sui diritti umani e dagli sforzi persistenti per sbarrare i negoziati globali sul clima e bloccare il consumo di combustibili fossili per decenni a venire”. Tra le prime reazioni dal mondo dello sport c’è quella di Tessel Middag, calciatrice professionista dei Rangers FC con 44 presenze nella nazionale olandese, tra quelle che hanno firmato la lettera aperta per condannare l’accordo di sponsorizzazione della Fifa con Saudi Aramco. “Abbiamo inviato un messaggio alla FIFA, forte e chiaro – racconta – sottolineando che la sua disponibilità a permettere all’Arabia Saudita di migliorare la propria reputazione attraverso il calcio sta isolando giocatori, tifosi e il pianeta. Garantire un futuro per il calcio, in cui tutti possano giocare e divertirsi, richiede una vera leadership dall’alto. La decisione sulla Coppa del Mondo 2034 è un’ulteriore prova che il calcio merita di la scelta migliore”. Per David Wheeler, calciatore professionista del Wycombe Wanderers F.C., “assegnare la Coppa del Mondo a un regime che causa danni così evidenti è uno schiaffo in faccia a tifosi, giocatori e a chiunque metta questo sport al centro della propria vita. Il calcio dovrebbe riguardare rispetto, speranza e comunità – aggiunge – ma la Fifa ha garantito che il suo torneo più grande rappresenta danni, inquinamento e avidità”.
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di Luisiana Gaita
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2024-12-11 18:52:00 ,