Cercasi calciatori disperatamente. Oppure felicemente, perché questo è il momento più alto mai vissuto, e se c’è un Mondiale da inseguire le forze si possono e si devono moltiplicare. Anche per una nazione così piccola da non far parte del movimento olimpico, ma della Fifa sì, con un penultimo posto nel ranking che non si vede l’ora di aggiornare ad Anguilla. Incantevole territorio d’oltremare britannico nei Caraibi, 91 chilometri quadrati a est di Portorico e a nord di Saint Martin, 15 mila abitanti sparsi tra isole più o meno grandi che nel calcio non avevano mai vissuto una gioia più grande: approdando al secondo turno delle qualificazioni centro-nordamericane del Mondiale 2026. Eliminando ai rigori dopo due pareggi le Isole Turks e Caicos, altro territorio d’oltremare britannico. Ricevendo un’accoglienza trionfale che la federcalcio su X ha sintetizzato così: “Loro sono i nostri eroi”.
Il post: “Hai origini anguillane? Chiamaci”
Adesso però l’asticella si alza. L’8 giugno, quando in Italia saranno le 2 di notte, i ragazzi con maglietta bianca e pantaloncini azzurri sfideranno il Suriname. Tre giorni andranno in trasferta a Portorico. Dopo un anno di pausa, il girone riprenderà con le due partite col temibile El Salvador, che ha partecipato a due fasi finali dei Mondiali nel 1970 e 1982. Per non rimanere travolti, hanno pensato i dirigenti, bisogna allargare la base. E quale modo migliore di un reclutamento attraverso X (ex Twitter)? Il metodo più universale per raggiungere potenziali giocatori che hanno radici nei Caraibi e magari vivono lontanissimi, ma anche il più economico per una federazione con poche risorse. Ecco così, su sfondo blu, il richiamo urbi et orbi sull’account “Anguilla Football Association”: “Origini anguillane? Sei un giocatore di calcio con origini anguillane o conosci un giocatore che ha queste origini? Se la risposta è sì, allora ci piacerebbe sentire la tua opinione!”. Tyrese Connor, che aveva già partecipato a un training camp con la nazionale prima di un infortunio, si è subito messo in contatto secondo X.
Hughes, il rivale di Jacobs che corre per Londra
La data del post è del 1° aprile e potrebbe far pensare a uno scherzo, ma la ricerca di talenti in certe isole caraibiche è un problema serio. L’emigrazione ha privato di tanti atleti il protettorato, che a differenza di altri territori britannici come Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Cayman, non può presentarsi alle Olimpiadi perché non è riconosciuto da un numero sufficiente di federazioni internazionali. Ai Mondiali di nuoto dello scorso anno è stato 97° nei 50 stile libero Alexander Fleming Lake, mentre a quelli di atletica non ha passato i preliminari dei 100 Terrone Webster. Nemmeno ai Mondiali di ciclismo ha lasciato tracce Hasani Hennis, impegnato nella cronometro. Com’è prevedibile, il campione più famoso non gareggia per Anguilla: bronzo nei 100 metri agli ultimi Mondiali, Zharnel Hughes è il britannico che fu squalificato nella finale vinta da Marcell Jacobs a Tokyo. È allenato da Glen Mills, il coach di Usain Bolt. Per cercare qualcosa di simile nel calcio, e riportarlo a casa sotto il sole di Anguilla, è partito il reclutamento sui social. Sognando un posto ai Mondiali con chi è pronto a riallacciarsi alle sue radici.