“Mi sono ammalata di Covid quando ero alla 34esima settimana di gravidanza. È un virus bastardo, che ti manda il conto dei suoi sintomi ogni giorno, anzi, ad ogni ora la tua situazione può cambiare, può peggiorare improvvisamente”. Comincia così il lungo post che Monia, neomamma Turi, in provincia di Bari, ha pubblicato sulla propria bacheca Facebook. Poche righe che, rilanciate anche da sindaco di Casamassima, Giuseppe Nitti, hanno fatto ben presto il giro del web. Quando ha dato alla luce, prematuramente, la sua bambina era positiva al Covid e le sue condizioni sono peggiorate al tal punto da richiederne il ricovero nel reparto di rianimazione. Oggi è a casa, ma la paura è stata tanta, ed è stata proprio Monia a raccontarla.
“Mi sono ritrovata in sala operatoria per un taglio cesareo d’urgenza – ha detto -. Un attimo prima ero alla 34esima settimana di gravidanza, potevo sentire la mia bambina muoversi dentro di me al sicuro ed al caldo, un attimo dopo ero diventata mamma, inaspettatamente ed improvvisamente…ed anche miracolosamente…È un virus bastardo anche perché, in un attimo, può toglierti tanto, o peggio, può toglierti tutto. A me ha tolto tanto: la gioia di diventare madre per la prima volta, la possibilità di stringere a me la mia bambina fin da subito, di poterla allattare, di poterle accarezzare il suo dolce e piccolo viso, di tenerle le manine, di sentire il suo profumo, di guardarla dormire serena accanto a me, la possibilità di condividere questo stupendo momento con mio marito o con i miei familiari e amici. Non ti toglie solo il respiro, ti toglie anche le forze e le energie, che recuperi solo dopo giorni dalla guarigione”. Monia, dopo il parto, è stata per qualche giorno nel reparto di rianimazione. Ora è tornata a casa dal marito, ma essendo ancora entrambi positivi, non hanno potuto abbracciare la piccola.
“Non credo che dimenticherò mai quello che ho visto attorno a me – ha aggiunto -. Ho sentito l’ultima chiamata di una nonna, di una zia, di una mamma, alla sua famiglia, prima del suo ultimo respiro. Ero accanto a lei quando chiedeva aiuto perché non riusciva a respirare, quando ha fatto quell’ultima chiamata, quando l’hanno portata via. Il virus è ancora tra noi e la gente sta morendo, improvvisamente e in solitudine. Abbiamo il dovere morale, soprattutto nei riguardi di chi non ce l’ha fatta e di chi sta soffrendo per una prematura scomparsa, di proteggerci e di proteggere i nostri cari dal contagio. Non possiamo continuare a giustificarci con “era anziano”, “aveva quella patologia”… Non possiamo continuare a non rispettare le regole, a sottovalutare quanto questo virus possa essere bastardo e possa toglierti tutto in attimo, a chiederci se fa tutto parte di un complotto. Dovremmo lamentarci di meno e ringraziare di più perché siamo vivi, perché i nostri parenti stanno bene, perché tra quei numeri che guardiamo distrattamente in televisione non ci sono conoscenti o parenti o io stessa. E sperare che ci vada bene fino alla fine di questo incubo”.