Con la sua cima imbiancata per la maggior parte dei mesi dell’anno, il Monte Fuji è forse una delle icone paesaggistiche più note del Giappone. Quest’anno, però, la neve tarda ad arrivare. Solitamente la prima imbiancata dopo l’estate arriva a inizio ottobre, ma ad oggi la cima è ancora “nuda”. È la prima volta in 130 anni – vale a dire da quando si è iniziato a trattare traccia di questi dati – che il Monte Fuji rimane così a lungo senza neve, raccontano gli esperti del Kofu Local Meteorological Office in una news di Afp ripresa da The Japan Times.
Una (non) imbiancata da record
Quest’anno batte anche il precedente record, registrato sia nel 1955 che nel 2016, quando la prima spolverata di neve era arrivata il 26 ottobre. Lo scorso anno, invece, la neve aveva imbiancato la cima del Fuji già il 5 ottobre. Anche se, come ricostruisce la Cnn in una news, la maggior parte era poi scomparsa di nuovo all’inizio di novembre a causa delle elevate temperature.
Il Monte Fuji è un vulcano tutt’ora classificato come attivo, anche se la sua ultima eruzione risale a circa 300 anni fa. Si trova nella parte principale dell’isola di Honshu ed è la montagna più alta del Giappone con i suoi 3.776 metri. Nei giorni liberi da foschia è visibile anche da Tokyo. Oltre al suo valore iconico, è considerato come un luogo sacro nella cultura giapponese e nel 2013 è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
Un’estate particolarmente calda
Secondo gli esperti sarebbe il caldo estremo che quest’anno ha caratterizzato l’estate in Giappone (e in molti altri Paesi del mondo) ad essere responsabile della tardiva comparsa della neve sul Monte Fuji: “Le temperature sono state elevate quest’estate e si sono protratte fino a settembre, impedendo l’arrivo dell’aria fredda”, spiega su The Japan Times Yutaka Katsuta, meteorologo presso il Kofu Local Meteorological Office. L’estate a stento trascorsa e quella del 2023 sarebbero state infatti le più calde in Giappone da quando questi dati vengono registrati, con temperature tra giugno e agosto superiori di quasi 1,8 gradi centigradi rispetto alla media, si legge in una news della Bbc.
Il caldo anomalo si sarebbe poi protratto anche nel mese di ottobre. Secondo Climate Central, un’organizzazione no-profit fondata da un gruppo di scienziati ed esperti di comunicazione, durante la prima settimana di ottobre in almeno 74 città giapponesi sarebbero state registrate temperature dai 5 agli 8 gradi centigradi superiori rispetto alla media di questo periodo dal 1991 al 2020.