Sono stati 10,3 milioni i casi di morbillo registrati in tutto il mondo nel 2023, il 20% in più rispetto all’anno precedente. 57 i Paesi che sono stati coinvolti da epidemie di grandi dimensioni. Dati inquietanti quelli che emergono dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dei Centers for disease control and prevention statunitensi (Cdc), da poco pubblicato, che rimarcano quanto sia fondamentale il raggiungimento della soglia del 95% di copertura vaccinale per eliminare la malattia. L’obiettivo, però, appare ancora lontano.
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Le cause e i rischi del morbillo
Il morbillo è una malattia causata da uno dei virus più contagiosi conosciuti. Ancora oggi purtroppo c’è chi la considera una malattia dell’infanzia come tante altre, ignorando che, soprattutto per i bambini sotto i 5 anni, può avere un decorso grave, fino al decesso, e lasciare conseguenze a lungo termine, come cecità o danni cerebrali.
Il 20% di casi in più nel 2023 rispetto al 2022, per gli esperti, non è un dato da sottovalutare: 107.500 persone (per lo più bambini sotto i 5 anni) sono morte a causa del morbillo. Sebbene la mortalità rispetto al 2022 sia diminuita dell’8% (la spiegazione è che i casi sono aumentati anche in quei Paesi in cui le probabilità di decesso sono minori perché sono migliori le condizioni di vita, lo stato nutrizionale e l’accesso ai servizi sanitari), sono ancora troppi considerando che la malattia è prevenibile con due dosi di vaccino.
Una copertura vaccinale inefficace
Stando al report dell’Oms, nel 2023 più di 22 milioni di bambini non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino contro il morbillo, il che si traduce a livello mondiale con una copertura dell’83% per la prima dose e da poco del 74% per la seconda. Percentuali non sufficienti a garantire l’interruzione della trasmissione del virus e a proteggere i soggetti più deboli, quelli che non possono essere vaccinati: per questo è necessaria una copertura del 95% o superiore.
Per gli esperti sono queste lacune globali ad aver permesso che in ben 57 Paesi si sviluppassero epidemie di grandi dimensioni (l’anno precedente si erano verificate “solo” in 36 Paesi), ossia ovunque nel mondo tranne che nelle Americhe. Le regioni dell’Oms più coinvolte sono state quelle africane, ma l’aumento dei casi di morbillo è stato sostanziale anche nelle regioni del Mediterraneo orientale, europee, del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale.
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di Mara Magistroni www.wired.it 2024-11-15 11:20:00 ,