LECCE – Morì dopo un intervento chirurgico resosi necessario per una caduta avvenuta giorni prima nella stanza della residenza socio assistenziale dove era ricoverato da tempo. Una caduta, però, sulla quale è stata aperta un’inchiesta perché l’anziano ospite sarebbe stato abbandonato e non curato. Un’infermiera e quattro operatori socio sanitari di questa residenza (con sede in un comune del Salento) sono per questo accusati di abbandono di persone incapaci.
E tutti e cinque dovranno ora comparire davanti al giudice il 5 maggio prossimo per l’udienza preliminare quando conosceranno il loro destino: proscioglimento o rinvio a giudizio dal momento che nessuno degli imputati ha avanzato richiesta di riti alternativi. Il paziente non era un ospite di facile gestione. L’anziano era stato ricoverato nel maggio del 2019 per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Conviveva con diverse patologie: demenza senile con gravi disturbi della memoria e del comportamento, cardiopatia ischemica rivascolarizzata, fibrillazione atriale, ed era bisognoso di una continua assistenza in quanto non autosufficiente ed incline ad atteggiamenti aggressivi ed autolesionistici. Nonostante questo precario stato di salute, i dipendenti lo avrebbero trascurato abbandonandolo a se stesso.
Il 18 luglio del 2019 accadde così quello che i familiari (la moglie e i due figli) temevano da tempo e che hanno poi messo nero su bianco in una denuncia. Quel giorno, infatti, il paziente cadde per terra nella stanza in cui soggiornava da solo senza più riuscire ad alzarsi. Si rese così necessario l’intervento del 118 che accompagnò il paziente presso il pronto soccorso dell’ospedale di Copertino. Da qui venne dimesso il giorno stesso con la diagnosi di “trauma cranico con ferita escoriata frontale sinistra e nessuna perdita di conoscenza”. Prognosi complessiva: 8 giorni.
L’anziano fece così rientro nella stessa Rsa. Tuttavia continuava a non reggersi in piedi e appena due giorni dopo – il 20 luglio del 2019 – venne nuovamente accompagnato sempre nello stesso ospedale di Copertino “per una frattura femorale con focolaio traumatico”. Trasferito il 15 agosto al Sacro Cuore Gesù di Gallipoli, in questa seconda struttura ospedaliera finì sotto i ferri per sottoporsi ad un intervento alla gamba sinistra nonostante il cardiologo avesse fortemente sconsigliato l’operazione perché ritenuta a rischio. Difatti l’anziano morì il 15 di agosto dando il via alle indagini dopo la denuncia dei familiari.
E l’inchiesta, coordinata dalla pm Giorgia Villa, ha fatto emergere un altro aspetto inquietante di tutta questa storia: ovvero il foglio del registro delle consegne del personale oss relativo al 18 luglio – giorno della caduta dell’anziano – sarebbe scomparso, strappato dal relativo quaderno per occultare l’incidente. E per questo nei confronti di infermiera e oss viene ipotizzata anche l’accusa di soppressione di atti.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-05-02 12:39:18 ,bari.repubblica.it