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E’ protesta contro le istituzioni
calcistiche da parte di alcune tifoserie per il fallito rinvio
di Foggia-Catania nello scorso turno di campionato di serie C e
la decisione, a proposito degli altri incontri di quella
giornata, di non dedicare un minuto di silenzio in memoria dei
tre tifosi dei rossoneri pugliesi morti in un incidente al
ritorno dalla trasferta di Potenza. Così sia a Palermo in
occasione della partita fra i rosanero e la Reggiana, che a Cava
de’ Tirreni , prima della sfida tra Cavese e Potenza, in curva è
comparso uno striscione con la scritta “13-10-2024 – La morte
non è uguale per tutti!”.
Sulla vicenda ha preso posizione anche il tecnico del Foggia
Ezio Capuano, alla vigilia del match contro il Sorrento. “Non
c’è ombra di dubbio. Foggia-Catania era una partita da non
giocare – le sue parole -: 48 ore prima c’erano stati dei
funerali con dodicimila persone, dove l’Italia calcistica e il
mondo ultras avevano pianto. Abbiamo subito uno choc che ci
porteremo per tutto l’anno: non è facile andare avanti,
lavorare, anche se tanti pensano che la vita è una giostra.
Purtroppo lo è. La cosa vergognosa è stata quella di far giocare
questa partita, che non andava mai giocata, era un fatto
doveroso, e chi ha fatto svolgere questo confronto deve avere la
dignità di vergognarsi”.
“Qualche settimana prima – ha detto ancora Capuano – era
stata spostata una partita, Carpi-Milan Futuro, perché due
ragazzi erano in nazionale, qui c’era una tragedia. La cosa più
vergognosa, che mi vergogno anche a giudicare, è il fatto che
non sia stato imposto un minuto di raccoglimento quanto meno sui
campagna di C”. “Quindi la vergogna non ha limiti, io mi assumo le
responsabilità di ciò che dico non come allenatore o tesserato
del Foggia ma come uomo”, ha concluso Capuano.
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