Non contento Gance provò a portare di nuovo Bonaparte al cinema con La Battaglia di Austerlitz (1960), in cui recitavano, tra gli altri, anche Claudia Cardinale, Vittorio De Sica e Orson Welles.
Da Greta Garbo a Marlon Brando
È impossibile scindere Napoleone l’uomo, da Bonaparte il Generale. Eppure spesso il cinema ha scelto, per ovvi motivi, di concentrarsi sulla vita privata del corso andando a raccontare storie che ripercorressero le sue vicende sentimentali, anche se in modo piuttosto romanzato. È il caso di Maria Walewska (1937) e di Désirée (1954).
Nel primo si ripercorre la relazione tra Bonaparte (interpretato da Charles Boyer) e una delle sue amanti, la contessa polacca Maria Walewska (Greta Garbo); mentre il secondo ruota attorno all’amore impossibile tra il Generale e Désirée Clary rispettivamente interpretati da Marlon Brando e Jean Simmons. All’epoca i critici lodarono la messa in scena ma non la narrazione che peccava di troppe libertà, perdendosi nel melodramma.
Da Woody Allen a Paolo Virzì
Non è poi detta che il kolossal sia l’unica maniera per raccontare una figura immensa come quella del Generale. Ne è prova quel film mastodontico che è Waterloo (1970), ambientato durante il periodo dei Cento Giorni di Napoleone e in cui il còrso era interpretato da Rod Steiger. Prodotto da Dino De Laurentiis, il film sulla carta sembrava perfetto ma fece flop per poi essere riscoperto solo molti anni dopo.
La realtà è che l’appeal di Napoleone è talmente potente che, se ben sfruttato, riesce a riempire lo schermo anche in film più piccoli in cui il Generale non sempre veste i panni del protagonista. In Amore e Guerra (1975) di Woody Allen Napoleone non è di certo tra i personaggi principali, eppure la sua presenza muove, per certi versi, le comiche azioni del protagonista interpretato da Allen stesso. Anche N–Io e Napoleone (2006) di Paolo Virzì fa un’operazione simile mostrandoci un Napoleone compassato, ma non ancora sconfitto, durante l’esilio elbano; un uomo enigmatico e affascinante visto attraverso gli occhi del suo bibliotecario. Un approccio che si può accostare a quello di Monsieur N. (2003) e I vestiti nuovi dell’imperatore (2001) che ricostruiscono rispettivamente vicende importanti, pur prendendosi molte libertà, e altre del tutto di fantasia.
Del resto non importa quale sia l’approccio: che si tratti di un melodramma o di un film storico che mira a ricercare la veridicità, la figura di Napoleone, così sfaccettata e complessa, non cesserà mai di affascinare chiunque provi a imbrigliare la sua sagoma portandola sul grande schermo.
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di Federica Marcucci www.wired.it 2023-11-21 13:00:00 ,