NAPOLI – Complottisti lo erano di sicuro. Ma tra messaggi No Vax e riflessioni sulle scie chimiche, feste per il compleanno di Hitler, addestramenti paramilitari e contatti con le formazioni ultranazionaliste ucraine, questi neonazisti della periferia napoletana avevano ormai spiccato, secondo gli inquirenti, il salto di qualità: dalla semplice e farneticante propaganda al rango di organizzazione terroristica di stampo suprematista.
“Come la strage in Nuova Zelanda”
Al punto che uno dei loro adepti, il 25enne Giampiero Testa, alludeva pericolosamente non solo a terroristi come il norvegese Anders Breivik o l’australiano Brenton Tarrant, ma anche a un possibile attentato contro la caserma dei carabinieri di Marigliano. “Farei una strage come l’ha fatta quello in Nuova Zelanda, ma non andrei dai neri, andrei alla caserma di Marigliano”, diceva nel gennaio 2021. L’inchiesta che ha portato in cella quattro persone tiene insieme passato e presente della destra più estrema. Uno dei “circoli di ritrovo” degli indagati era una libreria di Avellino perquisita ieri e di proprietà di una vecchia conoscenza come Franco Freda, l’ex terrorista neofascista, oggi editore, che non è coinvolto nelle indagini.
Il terrorismo corre sul web
Lo strumento di massima diffusione dell’ideologia negazionista, antisemita e neonazista era però il web e soprattutto Telegram. In cella, oltre a Testa, sono finiti Maurizio Ammendola, 43 anni, ideatore e inventore dell’Ordine di Hagal, l’associazione con tanto di pagina Facebook che avrebbe nascosto la formazione terroristica eversiva; Michele Rinaldi, 47 anni, vicepresidente dell’Ordine di Hagal e gestore di un canale Telegram; Massimiliano Mariano, 46enne.
L’ucraino tornato nel suo Paese per combattere i russi
Sarebbe finito in carcere, ma è tornato nel suo Paese presumibilmente per combattere dopo l’invasione russa, il 27enne ucraino Anton Radomsky. È lui che mette in contatto Testa con le formazioni ucraine ultranazionaliste come il Battaglione Azov (oggi conosciuto per la battaglia di Mariupol e la difesa dell’acciaieria Azovstal contro gli invasori russi in Ucraina) Centuria, o il partito politico di estrema destra Pravy Sektor. Ed è sempre Radomsky a sostenere di possedere una granata, invitando Testa a compiere un attentato contro un centro commerciale.
Indagato anche un romano
L’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria è stato emesso per Fabio Colarossi, romano di 36 anni, che deve difendersi dalla sola accusa di propaganda di ideali neonazisti. Ora la difesa potrà proporre ricorso al Riesame contro l’ordinanza. Le indagini sono condotte dalla Digos e dall’Antiterrorismo con il coordinamento dei pm Antonello Ardituro e Claudio Onorati, titolari del fascicolo aperto dal procuratore Giovanni Melillo, all’epoca capo dei pm di Napoli, ora al vertice della Direzione nazionale antimafia. Sono scattate 26 perquisizioni, si cercano i complici dei neonazisti di periferia.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-11-16 04:00:27 ,napoli.repubblica.it