di Kevin Carboni
Computer, console per videogiochi e smartphone saranno tra i prodotti più difficili da regalare a Natale, a causa della carenza globale dei semiconduttori scatenata dalla pandemia da coronavirus. Infatti quarantene, lockdown e le altre misure restrittive hanno causato forti rallentamenti nella produzione e nella distribuzione dei chip, che si trovano in un numero sempre maggiore di oggetti.
Dalle automobili alle lavatrici, dalle biciclette elettriche agli spazzolini da denti, i semiconduttori sono ormai presenti quasi ovunque negli strumenti di uso quotidiano. Alcuni prodotti hanno poi bisogno di diversi chip per poter funzionare e quindi saranno i più difficili da ordinare e reperire. “Il problema” ha detto Alan Priestley, analista della società di consulenza Gartner, alla Cnbc “è che le cose fatte con i chip non usano solo un chip. Gli smartphone per esempio ne hanno molti, soprattutto per il controllo dell’alimentazione e questi sono proprio quelli che scarseggiano di più”. In questo caso inoltre, la carenza di scorte sarebbe anche causata dalle stesse case produttrici, come Tsmc, Samsung e Intel. Molti smartphone usano ancora semiconduttori di vecchia generazione, la cui produzione starebbe venendo trascurata per sostenere quella dei nuovi modelli, che garantiscono maggiori introiti alle aziende.
La mancanza di scorte di semiconduttori potrà quindi riservare brutte sorprese durante lo shopping natalizio e in particolare causare molti ritardi nelle consegne. Potremmo infatti scoprire che alcune cose di solito disponibili in 24 ore, potrebbero non esserlo più e arrivare dopo le festività, se non li abbiamo già prenotati in anticipo. Secondo Cnbc tra i prodotti non disponibili si trovano la nuova Ps5 di Sony, la Xbox S di Microsoft e lo smartphone Pixel 6 pro di Google.
Ad aumentare le difficoltà negli acquisti si aggiungono anche pratiche scorrette da parte di alcuni acquirenti. Per battere la competizione e incassare sulla generale carenza di prodotti, alcune persone stanno usando dei bot per comprare gli articoli più popolari appena diventano disponibili online, per poi rivenderli a prezzi gonfiati sui marketplace delle varie piattaforme digitali.
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www.wired.it
2021-12-13 15:50:31