Lo sapevo di essere in qualche modo cambiata: i capelli, le ciglia, le sopracciglia e tutto il resto, ma credevo di essere riuscita a tenere in pugno duro, almeno di facciata. Di aver fatto vedere alla mia famiglia, ai miei amici e a chi mi vuole bene, solo un piccolo frammento degli abissi che stavo vivendo. Non so se sia stato così, se ci sia riuscita o se i miei occhi, il modo in cui parlavo o anche solo il mio modo di respirare mi abbiano tradita. Fatto sta che è una settimana che più persone mi hanno iniziato a dire: “Ti trovo bene” e non so se sia perché ho qualche millimetro di capelli in testa e un principio di sopracciglia che mi stanno facendo ritornare un po’ più simile alla me del 28 dicembre 2023. La mia testa è partita e ha iniziato a chiedersi se allora prima mi trovassero male. Se, quindi, questa fosse la prova provata che non avevo nascosto tutto così bene. Forse è anche giusto così: condividere, dividere tutto questo dolore, questa incertezza, questa fatica con gli altri, per alleggerirsi almeno un po’.
Un’amica ieri mi ha scritto: “Mi sembri tornata come sei sempre stata” e l’ho apprezzato, mi ha commosso. Tuttavia, io devo sempre pensare e ripensare alle cose e sono arrivata alla conclusione che non si può tornare indietro a livello identitario. Non esiste la possibilità di un, più o meno confortevole, viaggio verso casa, come quello che tanti di voi affronteranno durante questa vacanze invernali.
Il mio insegnante di karate, (non scoperchiamo questo vaso di Pandora, potrebbe essere imbarazzante) diceva sempre che non esiste mai e non esiste sempre. Non so se fosse farina del suo sacco o una citazione, ma è vera. Cambiano le rocce, tra erosione e fenomeni vari, figuratevi se non possiamo evolverci noi. E non dico nel corpo, ma in quella enorme intersezioni di fattori che ci contraddistingue, ci rende noi stessi. Guardatevi indietro. Chi eravate voi il 28 dicembre 2023? Chi siete oggi? Non è necessario il cancro, un trauma, un qualcosa di radicale per cambiarci perché essenzialmente, non esiste un mai e non esiste un sempre a questo mondo.
Aggiornamento di sistema?
Siamo come un pc che si aggiorna e a volte nel pacchetto di update ce ne sono alcuni che fanno davvero schifo. Io sto attendendo con ansia la release del pacchetto di aggiornamenti 2025 che, non essendo un anno bisestile, si spera sia per tutti e tutte un po’ in modo migliore. Ma sapete com’è, per poterlo installare è necessario essere aggiornati. E pure la pessima versione 2024 serve come base. Della serie: “L’abbiamo provata, un paio di feature interessanti. Se ne poteva fare a meno? Forse. Non la replicherei? Se fosse possibile no, grazie, ma è andata così e da questa base si può solo migliorare”.
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di Alessandra Salvoldi www.wired.it 2024-12-24 05:00:00 ,