di Giulio Zoppello
Ma dopo, siamo tornati ad eliminare i cattivi, fino a questi ultimi mesi, dove abbiamo dovuto sorbirci due telenovelas familiari come Encanto e ora Red. Pure qui zero cattivi, la battaglia per i protagonisti è…com’è quella parola? Ah si: “interiore”. Più che film d’animazione sono parse delle sedute di terapia di gruppo. Davvero è questo il meglio che possiamo avere? Ma che c’era di cattivo nei cattivi? Perché dobbiamo far finta che nella vita, nella Storia, non ci siano persone malvagie ma solo difetti di comunicazione o traumi da risolvere? Perché i pochi cattivi sono per forza personaggi deboli e patetici?
Senza tenebre non esiste la luce
Prendiamo ad esempio Shan Yu. In lui Mulan, uno dei i personaggi femminili più rivoluzionari di sempre, ha non solo un nemico del suo popolo ma anche un simbolo di ciò contro cui combatte: l’idea che una donna non può valere quanto un uomo.
Shan Yu è crudele e sadico certo, ma ha anche delle qualità incredibili, inutile negarlo: è un carro armato umano, un eccezionale guerriero, astuto, carismatico, non ha paura di morire e non si arrende mai.
E soprattutto…non canta ogni due minuti. A tutti gli effetti un simbolo di quella sete di potere e conquista che ha creato il mondo. Non proprio un personaggio da niente vi pare?
Ecco ora facciamo il confronto per esempio con Ernesto De La Cruz, il cattivo di Coco: è un musicista che uccide l’amico Hector per rubargli la musica. Wow. Avanguardia pura eh? E che dire di Darla in Alla Ricerca di Nemo, così come dei suoi “colleghi” quali lo Chef Skinner, Slaughter Race o Namaari conosciuti negli ultimi anni? Che i film fossero belli o meno, erano mere figure di contorno senza spessore, al più fastidiose. Ma I cattivi non sono un mero orpello, sono da secoli il simbolo dei pericoli che possiamo incontrare nella nostra vita e soprattutto di ciò che non dobbiamo essere: qualcuno che abbraccia una dimensione di libertà mostruosa, intesa come negazione di empatia e rispetto degli altri.
Ma oggi, in un mondo dell’animazione in cui si cerca in tutti i modi di far credere che non esistano persone malvagie, che il vero nemico è solo dentro di noi, tutto questo è stato spazzato via.
Forse è pedagogicamente più avanzato e moderno chissà, ma è anche incredibilmente più rigido e sterile dal punto di vista narrativo, crea film che sono diventati sostanzialmente identici.
Personaggi come Frollo, Syndrome, come Chernabog o Hopper, ci hanno sempre fatto capire che lì fuori, ci sono persone da cui guardarsi, che godono nello schiacciare i più deboli e approfittarsi della fiducia altrui.
E tra il concetto di difficoltà, come quella relativa al corpo che cambia o ai sentimenti, e quello di pericolo, vi è una bella differenza. Senza una vera tenebra anche la luce risplende molto meno, ha meno forza. Senza cattivi, come scriveva Fernando Savater, una storia è come un hamburger di cartone senza patatine fritte.
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2022-03-19 18:00:00