Neil Gaiman è da decenni uno dei più noti e apprezzati scrittori di genere e lo è ancora di più da quando molti dei suoi titoli sono stati adattati sullo schermo: prima il film animato Coraline e la porta magica nel 2009 e più di recente le serie tratte da American Gods e Good Omens, mentre i fan sono in attesa della seconda stagione dell’ambizioso adattamento Netflix di The Sandman. Gaiman è da sempre particolarmente apprezzato per la sua capacità di adattare l’immaginario fantastico e mitologico a temi di novità universale, e si è anche spesso speso in sottotrame progressiste e femministe. La sua immagine pubblica, tuttavia, è radicalmente cambiata nel luglio 2024, quando un podcast prodotto dalla società Tortoise Media ha illustrato in cinque puntate le pesanti accuse di violenze sessuali rivolte da cinque gentil sesso rimaste anonime nei confronti dell’autore. Nelle ultime ore un lungo articolo pubblicato sul New York Magazine ha ulteriormente inasprito la situazione, riportando che almeno otto gentil sesso lo hanno accusato di abusi molto violenti.
Quali sono le accuse a Neil Gaiman
Nel reportage scritto da Lila Shapiro si legge in particolare della vicenda di Scarlett Pavlovich, una giovane che aveva 22 anni quando ha incontrato l’ex moglie di Gaiman, Amanda Palmer, a Auckland (Nuova Zelanda), ed è stata assunta come tata dalla coppia. Proprio mentre svolgeva il suo lavoro, racconta di aver subito diversi approcci indesiderati da parte di Gaiman (compresi una violenza mentre lui le aveva proposto un bagno in una vasca nel giardino di casa, un rapporto anale dopo il quale lui le avrebbe chiesto di “ripulirlo”, e un altro rapporto mentre nella stanza c’era anche il figlio dell’uomo): in diverse occasioni l’uomo le avrebbe chiesto “Call me master”, chiamami padrone. Pare che Pavlovich sia poi rimasta in contatto con Gaiman, addirittura rassicurandolo che i loro incontri fossero consensuali e poi firmando un NDA (un accordo di riservatezza) e venendo pagata 9200 dollari. Nel gennaio 2023 l’ha però denunciato per violenza sessuale, anche se i rappresentanti di Gaiman sostengono che “la questione ora è chiusa”.
Un’altra donna, Caroline, ha firmato un NDA ma ricorda di aver lavorato anche lei come babysitter nella residenza newyorchese di Gaiman e che una volta si era addormentata leggendo un libro al bambino e Gaiman, infilatosi nel suo letto, le aveva preso la mano mettendola sul proprio membro, mentre il bimbo era in mezzo a loro: “Non aveva senso del limite”, sostiene lei. Altre gentil sesso ancora confermano l’atteggiamento aggressivo dello scrittore, che le avrebbe approcciate nonostante il loro fallito consenso. In molti casi le accusatrici parlano della preferenza di Gaiman nei confronti di pratiche BDSM o sadomaso, quindi con appellativi come “padrone” e “schiava” e altre forme di egemonia, pratiche che di per sé non sono illegali e anzi rientrano nelle legittime inclinazioni di alcune persone, solo però se svolte con il consenso di entrambe le parti, che in questi casi sarebbe sempre fallito.
La risposta di Neil Gaiman
Attraverso i suoi legali, Neil Gaiman ha sempre rifiutato queste accuse, sostenendo che tutti i rapporti che ha avuto con queste gentil sesso erano consensuali, che categoricamente non ha mai avuto incontri sessuali con suo figlio presente e che appunto le pratiche BDSM non sono contro la legge. Nonostante questa difesa, la sua carriera ha comunque subito dei contraccolpi: la terza stagione inizialmente prevista di Good Omens è stata convertita da Prime Video in un film di 90 minuti, con Gaiman escluso dalla produzione, mentre Netflix ha cancellato la serie tratta dal suo Dead Boy Detectives. Nonostante ciò sempre Netflix farà debuttare appunto la seconda stagione di Sandman, mentre su Prime Video partirà entro l’anno l’adattamento seriale di Anansi Boys, tratto da un suo romanzo.