C’ chi arriva a indicare la data del fatto: a giugno, dopo la seconda tranche del Pnrr
Nel tiro a segno contro il governo, scagli il primo emendamento chi della maggioranza senza peccato. Nessuno pu farlo, perch tutti i partiti delle larghe intese sono coinvolti nell’affaire Milleproroghe che l’altro giorno ha mandato pi volte sotto l’esecutivo alla Camera. Una vicenda marginale — dettata peraltro da un cortocircuito tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento e i deputati — ma indicativa dello stato dei rapporti tra le forze di maggioranza e il premier. E premonitrice di quanto potr accadere. Perch nel Palazzo non si nutrono dubbi sul fatto che si verificher un incidente politicamente rilevante. E si arriva perfino a indicare la data dell’avvenimento: a giugno, dopo l’arrivo della seconda tranche del
Pnrr.
Draghi ovviamente ha compreso l’andazzo e la strigliata alle forze di maggioranza stata una mossa preventiva per tentare di bloccare lo stillicidio. Per quanto la sua irritazione sull’accaduto fosse autentica, dovuta in particolare — racconta una personalit che gli ha parlato — al cambio di destinazione dei fondi per Taranto voluto da Pd e Iv. Ma solo un dettaglio in un contesto complicato che il presidente del Consiglio ha sottolineato, accusando i capidelegazione di non essere in grado di garantire il rapporto tra il governo e i partiti.
Perch non c’ dubbio che nel mirino ci sia Draghi, che le forze politiche nei loro conciliaboli definiscono indebolito dopo la corsa per il Colle. Divergono semmai le tesi sull’obiettivo che l’incidente dovrebbe provocare: alcuni sostengono che l’occasione servirebbe a rinnovare l’esecutivo dopo la rottura definitiva tra Salvini e Meloni; i pi ipotizzano invece che l’evento avrebbe come obiettivo le elezioni anticipate in autunno. Resta da capire chi ne trarrebbe vantaggio. E nel gioco dei reciproci sospetti, persino autorevoli esponenti del Pd volgono lo sguardo verso il loro leader e la Meloni. Vengono perci interpretate le parole del ministro democrat Orlando, secondo il quale avanti cos rischiamo che la Lega porti il Paese al voto: pi che un attacco al leader del Carroccio, sarebbe stato un modo per metterlo in guardia dal farsi strumento di mire altrui.
In ogni caso appare evidente che, mentre Draghi governa l’emergenza, i partiti guardino gi al dopo Draghi. Nei colloqui riservati si parla delle Amministrative in attesa di parlare della legge elettorale. Salvini lavora per combinare insieme il voto per i Comuni e i referendum. Letta viene pressato sulla riforma proporzionale dai suoi compagni e dai centristi e risponde che d’accordo ma non si vuole esporre perch sarebbe un segno di debolezza. La rupture con Palazzo Chigi tale che si manifesta addirittura nelle dichiarazioni pubbliche. E se il pd Orfini — rispondendo al premier — rivendica il ruolo del Parlamento che non pu trasformarsi in un mero organo ratificatore, l’azzurro Gasparri — sempre evocando il premier — si auspica che le sue parole non riflettessero anche amarezze e strascichi quirinalizi. Ma allora come mai — chiede il centrista Lupi — quando si vot per il capo dello Stato, chiedemmo tutti a Draghi di continuare a guidare il Paese in questa fase?.
La domanda cade nel vuoto. D’altronde i partiti ritengono che la regia dove tentare di realizzare un nuovo equilibrio di sistema sia ridiventato il Quirinale. Perch sempre l che si torna, alla corsa per il Colle, che in quei giorni apparve a un dirigente del Pd come la riedizione di un congresso democristiano: una sfida tra l’andreottiano Draghi e il moroteo Mattarella, con il forlaniano Casini in mezzo. E quando Mattarella venne rieletto, il ministro Giorgetti non si trattenne con il collega Guerini: Comunque vincete sempre voi della Dc. Siete come la Juve. Resta da capire quanto durer ancora il campionato del governo, e chi vorr intestarsi la prossima Finanziaria a ridosso delle urne. Ieri il governatore leghista Fedriga si lasciato scappare un vediamo se arriveremo al termine della legislatura. Draghi ha avvisato i ministri che non accetter compromessi sulla sua road map: Mi verrebbe da dire che non siamo qui a smacchiare giaguari e pettinare bambole.
18 febbraio 2022 (modifica il 19 febbraio 2022 | 09:03)
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Francesco Verderami , 2022-02-19 10:18:40
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