“Ha dimostrato disprezzo per la vita umana”. Il giudice per le indagini preliminari di Parma, come riporta Repubblica, nell’ordinanza di custodia cautelare motiva anche così la decisione di disporre gli arresti domiciliari per Chiara Petrolini, la 22enne accusata di aver ucciso e seppellito nel giardino di casa il suo secondo figlio. Anche il primo bambino, nato a maggio del 2023, era stato seppellito. Secondo il magistrato la giovane, a cui la procura di Parma contesta la premeditazione e che aveva chiesto il carcere, ritiene che l’indagata posso reiterare il reato, valutando il rischio che “se lasciata libera, commetta altri reati della medesima specie tenuto conto della sua personalità dalla quale si desume la pervicacia dimostrata nel cercare l’occasione per concretizzare il suo proposito. Studiando per mesi il modo di non sperimentare l’esperienza della maternità, con una costanza degna di miglior causa”. Senza contare che, stando alle indagini e alle sue ammissioni, si era già resa responsabile di “condotte analoghe”.
Il giudice nella valutazione della personalità parla di “leggerezza, o rectius, cinismo con cui dimostra di aver vissuto le morti del primo e del secondogenito” avendole “accantonate con sorprendente e inquietante facilità come malesseri di poco conto per tornare alla sua quotidianità e alle sue minuzie”. Come emerso dalle indagini la studentessa dopo aver partorito e seppellito il figlio, il 9 agosto, era andata dall’estetista e partecipato a un aperitivo. Rispondendo agli inquirenti (davanti al gip ha selezionato di avvalersi della facoltà di non rispondere, ndr) la ragazza aveva risposto: “Mi sentivo bene, per questo sono uscita”. Un comportamento che per il giudice, coem riporta ancora la Repubblica, “rende verosimile che Chiara non abbia remore ad opporsi a in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente e che trovi insopportabili al punto da farle vincere le remore a usare violenza a chi vi si frapponga, considerato il disprezzo per la vita umana che ha dimostrato”.
Secondo il giudice “il pentimento che ha mostrato non appare sincero dato che è irrimediabilmente contaminato dalle bugie che ha speso per cercare di ridimensionare la propria responsabilità anche quando posta di fronte all’evidenza”. Il commento con la famiglia e gli amici dopo il ritrovamento del cadavere del figlio sarebbe stato questo: “Ma chi può aver fatto una cosa del genere?”.
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di F. Q.
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2024-09-29 13:33:49 ,