La senatrice ha presentato denuncia contro gl’incursori online. «Neanche un commento ieri dei partecipanti. Se qualcuno aveva un commento da fare, deve aver preferito tenerselo per sé»
Ieri pomeriggio in Senato, durante il convegno via Zoom sugli open data intitolato «Per una pubblica amministrazione trasparente», presente anche il premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, alcune persone hanno fatto un’incursione online condividendo lo schermo e facendo vedere un breve video porno. L’organizzatrice del convegno, sul posto fisicamente a Palazzo Giustiniani, era Maria Laura Mantovani, matematica, senatrice del M5S, in passato tra l’altro responsabile della sicurezza informatica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e responsabile del servizio Idem (Identità digitale federata), precursore dello Spid, per conto della Gestione e ampliamento della rete della ricerca italiana (Garr).
Ieri ha annunciato denunce, le ha fatte?
«Sì questa mattina, al Dipartimento di pubblica sicurezza presso il Senato. Ho spiegato i fatti avvenuti e chiesto che gli autori vengano identificati e perseguiti per i reati commessi. In più c’è il punto dei reati lesivi dei diritti dei partecipanti al convegno».
C’è stato dunque disagio o imbarazzo tra i partecipanti?
«Secondo me non si sono però scandalizzati. Erano persone molto competenti in ambito informatico, conoscono questo tipo di rischi quando si svolgono incontri online. I partecipanti sono tutti rimasti ai loro posti, mentre gl’incursori venivano espulsi dal collegamento. Inoltre, il video hard con persone stilizzate che facevano sesso è durato 1-2 minuti, e su Facebook è stato oscurato subito».
Qualche commento tra i partecipanti c’è stato?
«Nessun commento. Se qualcuno aveva un commento da fare, deve aver preferito tenerselo per sé».
E Parisi?
«Non ha detto nulla. Era concentrato sul suo intervento. Lui come gli altri hanno ritenuto di nessun rilievo l’attacco, rispetto all’importanza del convegno. Infatti è proseguito per tre ore senza modifiche di programma».
Lei che cosa ha pensato dell’attacco online?
«Dispiace che possa accadere. Tuttavia, l’evento era pubblico, chiunque poteva partecipare, ed è quindi possibile che avvengano questi attacchi. La stessa cosa può succedere d’altra parte nei convegni in presenza, se qualcuno protesta o porta manifesti. Io comunque resto sempre una ferma sostenitrice della libertà di parola».
Organizzare un convegno online è un’esperienza che rifarà?
«Certamente, potrebbe essere tra sei mesi, sarà un progetto su cui lavorerò per andare avanti sui temi della trasparenza della pubblica amministrazione, come può farlo, quali procedure nuove si possono implementare, le filiere di azioni affinché cittadini e imprese ne possano usufruire».
Non teme che possa ricapitare l’incidente?
«Proverò a trovare un supporto tecnologico per garantire una maggiore sicurezza».
18 gennaio 2022 (modifica il 18 gennaio 2022 | 16:31)
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Franco Stefanoni , 2022-01-18 15:31:33
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