di Alessio Foderi
Secondo il dizionario Collins, Nft è la parola del 2021. I token non fungibili, infatti, hanno rivoluzionato il mercato dell’arte (e non solo), cambiando anche il rapporto fra il grande pubblico e la tecnologia blockchain. Alcuni nft però non sono proprio per tutti, visto che sono stati venduti a milioni di dollari. A metà anno, un’analisi di Nft Qt (Top 100 Nft Sales) ha evidenziato come quasi la metà token non fungibili (circa il 43%) sono il risultato delle stesse menti creative, da Beeple a Larva Labs. Ad oggi, si osserva che le loro opere sono anche fra le più costose. Almeno fino a inizio dicembre, quando l’artista digitale anonimo Pak è diventato il più ricco di tutti.
Ma la febbre di nft supera anche l’arte. Anche per questo i token che attestano l’autenticità, l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale sono stati i protagonisti anche dell’economia dell’anno che sta per chiudersi. Jack Dorsey, il creatore di Twitter, ha venduto il token del suo primo tweet per 2,9 milioni di dollari o, ancora, il codice sorgente del World Wide Web, creato da Tim Berners-Lee, è stato messo all’asta lo scorso giugno per circa 5,4 milioni di dollari. Anche Edward Snowden ha venduto per la stessa cifra Stay Free, un’opera che lo ritrae sullo sfondo della sentenza che condanna l’Agenzia per la sicurezza nazionale americana per il caso Datagate.
Tuttavia, incrociando i dati di vari ranking e vendite, spiccano in particolare cinque nft da oltre dieci milioni di dollari, considerando il tasso di cambio al momento della vendita. Non da meno anche CryptoKitties che lo scorso settembre ha toccato la cifra record di 7,27 milioni di dollari in sole 24 ore. Per non parlare di alcuni casi limite sempre da milioni di dollari: come l’autore che è anche l’acquirente di un Cryptopunk per oltre 500 milioni di dollari o la vendita di un nft di un altro nft nel caso dell’opera “Horny Copia 721”.
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2021-12-15 06:00:00