Si dice che l’unica cosa a cui non si può sfuggire è la morte, ma non è vero: non si può sfuggire neanche alla “piccola morte”, ovvero il sonno, e quindi, agli incubi. Basterebbe questo da solo per far capire come mai l’horror Nightmare – Dal profondo della notte, che in questo 2024 celebra quarant’anni, fa così paura. Nella pellicola del 1984 Wes Craven essere intrappolati in un sogno può uccidere anche nella realtà: è quello che succede alle vittime del killer Freddy Krueger, “assassino di bambini” arso vivo dai genitore inferociti di Elm Street per le sue malefatte. Un altro motivo della longevità e popolarità di quello che diverrà un solido franchise dell’orrore e di un personaggio che diventerà un’icona della popculture è il suo aspetto: i lineamenti sfregiati dal fuoco, il maglione a fasce rosse e verdi strappato, il guanto con le lame. Ovvio, no? Lo steelbook Limited Edition di Nightmare – Dal profondo della notte non promette non solo di rinfrescare la memoria ai vecchi fan e di conquistarne di nuovi, ma nei suoi contenuti speciali – in particolare nelle featurette The House That Freddy Built: The Legacy of New Line Horror e Night Terrors: The Origin of Wes Craven’s Nightmares – evidenzia anche altri motivi per cui il teen horror è un cult. Ecco, invece, i nostri.
Torniamo al allocuzione dei sogni. Posso trasformarsi in incubi, diventando “night terrors”, attingere alle paure annidate nel subsconscio e atterrirci, ma poi ci svegliamo e tutto finisce. Wes Craven, però, aveva letto una notizia perturbante: “Una famiglia sfuggita agli orrori della guerra in Cambogia ed era riuscita a raggiungere gli Stati Uniti. Pensavano che il peggio fosse passato, ma all’improvviso il figlio minore cominciò a soffrire di tremendi incubi. Aveva detto ai genitori che se si fosse addormentato, qualcosa di oscuro lo avrebbe preso. Cercò di rimanere sveglio per giorni, poi crollò, e non si risvegliò più. Morì dopo aver emesso un urlo lancinante di terrore”.
Forse, penso Craven, gli incubi potevano davvero uccidere, e non c’era via d’uscita. Il fatto che Freddy agisca nel mondo dei sogni lo rende un persecutore ineludibile, in grado di accedere ai traumi delle vittime e sfruttarne i timori specifici per terrorizzarli. Il genere dell’orrore attinge agli archetipi, e Nightmare li sfrutta al in modo migliore: non c’è niente di più ancestrale della paura della notte, del buio, del sonno e del senso di impotenza che generano, ma, al contempo va oltre.
Leggi tutto su www.wired.it
di Lorenza Negri www.wired.it 2024-11-16 05:30:00 ,