Con la leva sinistra si controlla il freno a disco posteriore, sempre a sinistra c’è una sorta di campanello, mentre il tasto per le frecce è a portata di pollice sinistro e la leva per accelerare come al solito è a destra. Il monopattino si accende tramite un interruttore gommato posizionato nella parte alta dello stelo. Il display a colori si illumina e un cerchio intermittente segnala il blocco che può essere disattivato solo tramite la scheda Nfc in dotazione. Poi con una pressione singola si scorrono le tre modalità disponibili (6 – 20 – 25 km/h); con due pressioni veloci si accende la luce anteriore e quella di posizione posteriore. Infine non manca la classica stampella laterale.
Motore allegro e batteria adeguata
Il Nilox M1 monta un motore elettrico nella ruota anteriore da 350 W che ha senza dubbio una buona accelerazione. Considerando peso, dimensioni e le gomme da 8,5 pollici ricorda molto il brio dello Xiaomi Mi 3 (che abbiamo testato lo scorso autunno). Nel nostro classico test in salita (8%) con rider di circa 85 kg non ce l’ha fatta. A dire la verità si è piantato piuttosto presto, ma è evidente che il monopattino è stato progettato soprattutto per ragazzi o adulti più esili.
La batteria è da 7500 mAh e dovrebbe teoricamente assicurare circa 25 km di autonomia. Nel test con settaggio alla massima velocità (25 km/h) siamo riusciti a fare poco meno di 20 km, mentre con quello a velocità codice ci siamo avvicinati alla soglia indicata da Nilox. Il problema non è l’autonomia bensì come il software del display gestisce la grafica della potenza residua: in pratica mentre si spreme il motore le tacche calano più velocemente del normale, ma quando ci si ferma magari una o due ritornano. Insomma è come se valutasse l’istantaneità dello sforzo. E purtroppo manca anche un’app per gestire eventuali opzioni, configurazione e reportistica.
Facile da condurre
Il Nilox M1 ha abbastanza spunto da fermo per incassare terreno appena scatta il semaforo verde. È molto agile e divertente; quando si è costretti ad andare a piedi o si entra in ascensore si scopre anche un buon angolo di rotazione del manubrio. Se si pesa però più di 80 kg si ha la sensazione di stare su un modello un po’ ballerino. In curva comunque non manca la stabilità.
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di Dario d’Elia www.wired.it 2022-05-21 05:00:00 ,