Bocciato l’emendamento della M5S Maiorino che intendeva introdurre «formule e terminologie» per evitare di connotare ruoli e funzioni al maschile e femminile
L’Aula del Senato respinge l’emendamento della senatrice Alessandra Maiorino che chiedeva la possibilità di adottare la differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta. La proposta ottiene 152 voti favorevoli non sufficienti a raggiunge la maggioranza assoluta necessaria per questa votazione. Molte le contestazioni procedurali in Aula, soprattutto da parte del M5S, ma la presidente Casellati taglia corto e le definisce proteste «pretestuose e inaccettabili», i senatori, precisa «dovrebbero conoscere le regole».
La proposta Maiorino (M5S) puntava a introdurre nel regolamento «l’utilizzo di un linguaggio inclusivo» è stata votata a scrutinio segreto e ha ottenuto nell’aula di Palazzo Madama 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti. L’emendamento prevedeva che il «Consiglio di presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell’attività dell’amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l’adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l’utilizzo di un unico genere nell’identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne». Inoltre le proposte di adeguamento del testo sarebbero passate al vaglio della Giunta per il regolamento.
27 luglio 2022 (modifica il 27 luglio 2022 | 12:47)
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Redazione politica , 2022-07-27 10:48:10 ,