Author: Daniela Vitello
Data : 2023-08-10 17:33:21
Dominio: www.perizona.it
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Cassette di sicurezza piene di gioielli, conti correnti a nove zeri, immobili di lusso in Sicilia e svariate assicurazioni per un ammontare complessivo di oltre cinque milioni di euro. E’ il patrimonio che Leonarda Aula, una nobildonna romana senza figli morta a Palermo il 25 ottobre 2020, ha lasciato ad Antonio Spoto, un 40enne da lei nominato suo erede universale e che adesso è accusato di circonvenzione d’incapace. A raccontare la vicenda è il quotidiano “La Repubblica”. L’anziana sognava di convolare a nozze con il giovane. “Ci siamo baciati, lo voglio sposare”, avrebbe confidato ad un amico qualche settimana prima di morire. Il fine di Andrea Spoto, invece, sarebbe stato quello di farsi adottare. E infatti, oltre ad ereditare il tesoro della nobildonna, è riuscito anche ad ottenere il suo illustre cognome.
La nobildonna voleva modificare le sue ultime volontà?
Il 40enne, però, non aveva fatto i conti con i parenti di sangue blu dell’anziana. Il cugino Diego Prina Ricotti ha sporto denuncia avviando un’indagine che ha portato ad un sequestro preventivo che ha congelato i beni di cui si era impossessato Andrea Spoto. Quest’ultimo era comparso sulla scena negli ultimi anni di vita di Leonarda Aula che sarebbe stata solita presentarlo agli amici come un parente del defunto marito. La vicenda assume i contorni di un giallo quando l’anziana muore. Qualche giorno prima del decesso avvenuto quasi tre anni fa a Palermo, la nobildonna avrebbe manifestato la volontà di redigere un nuovo testamento in presenza di un notaio. Aveva forse cambiato idea e non voleva più nominare Andrea Spoto suo erede universale come da lei indicato nel precedente testamento olografo redatto di suo pugno?
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La black list consegnata al portiere del palazzo
Il quotidiano “La Repubblica” racconta che, per evitare brutte sorprese, il 40enne avrebbe consegnato al portiere del palazzo del centro di Palermo dove Leonarda Aula è poi deceduta una sorta di black list con i nomi delle persone (amici, parenti, medici e avvocati) che non potevano raggiungere il suo appartamento. L’unica che è riuscita ad aver accesso alla abitazione della milionaria quando però era già morta sarebbe stata la cugina Elvira. Ecco cosa dice quest’ultima nella denuncia fatta ai carabinieri: “Alle 19.00 (del 25 ottobre del 2020) ho telefonato a Leonarda e mi ha risposto un uomo che ho poi saputo essere Spoto. Costui mi ha interrogata sul preciso grado di parentela e sulla mia residenza, poi lapidariamente mi ha detto che mia cugina era morta quel giorno forse per un abuso dei farmaci. Di seguito Spoto, senza che gli chiedessi nulla, precisava che era in possesso di una busta contenente il testamento, di cui sconosceva le disposizioni. Alla mia richiesta di fare un’ultima visita a Leonarda egli tentava di convincermi della inopportunità di ciò poiché forse aveva avuto il Covid”.
La cugina della defunta: “Mi ha permesso di farle visita il giorno successivo”
“Alla mia insistenza aggiungeva che vi era cattivo odore poiché era in putrefazione e solo dopo la mia ulteriore richiesta, facendogli notare che era morta da poche ore, egli mi consentiva di farle visita il giorno successivo – si legge nella denuncia – L’indomani il portinaio dell’edificio ci ha chiesto i nostri nomi e poi ha controllato una lista, ha quindi citofonato all’appartamento ove non so chi ha concesso l’ingresso. Arrivati in abitazione la cameriera mi ha mostrato Spoto il quale senza alcuna ragione, mi faceva vedere una scatola di farmaci e me li indicava come quelli abusati da Leonarda. Poi ha aggiunto: ‘li ha assunti come fossero caramelle’”.
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Daniela Vitello , 2023-08-10 17:33:21 ,