«Noi del Pd non dobbiamo fare i marziani. No a dibattiti staccati dal Paese»- Corriere.it

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«Noi del Pd non dobbiamo fare i marziani. No a dibattiti staccati dal Paese»- Corriere.it

Author: Maria Teresa Meli
Data : 2023-01-12 20:38:46
Dominio: www.corriere.it
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Il sindaco di Firenze alle primarie sostiene Bonaccini: «Per l’opposizione c’è una prateria. Voto online? Contano i gazebo»

Dario Nardella, soddisfatto del compromesso sulle regole?

«Con Bonaccini abbiamo agito per evitare una spaccatura che nessuno avrebbe compreso, su un tema solo da addetti ai lavori. Ciò che conta è che la partecipazione fisica ai gazebo rappresenti la regola, mentre il voto online resta un’eccezione. Avremo tutto il tempo, dopo le primarie, per lavorare con il nuovo gruppo dirigente a forme di partecipazione telematiche, ma non dimentichiamo che la forza del Pd è quella di rappresentare un popolo in carne ed ossa fatto di tante generazioni diverse, volontari, militanti, amministratori».
Non c’è il rischio che il vostro dibattito autoreferenziale allontani ulteriormente gli elettori?

«Eccome! Per questo eravamo perplessi sulle modifiche delle regole di voto, ma abbiamo accettato per tenere unito il partito. Ora però cominciamo davvero questo congresso e parliamo di temi e idee. Questo vogliono i nostri elettori. A Milano il 28 e 29 gennaio riuniremo il popolo democratico, con amministratori ed esponenti della società civile per parlare di ambiente, lavoro, sanità, scuola. Non possiamo fare un congresso di marziani staccato dal Paese reale, vogliamo appassionare le persone e usarlo come grande opportunità per costruire un’alternativa forte a questo disastroso governo che colleziona fallimenti, dalle accise al contante, dalla guerra ai Pos, all’assenza di una politica seria sull’immigrazione».
Una parte del Pd ritiene che senza un’alleanza con i 5 Stelle i dem siano destinati alla marginalità.

«Noi siamo per realizzare i rigassificatori e i termovalorizzatori di ultima generazione e chiudere le discariche. Siamo per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressore russo, come evidenziato anche dal presidente Mattarella. Pensiamo che la lotta alla povertà cominci da un piano nazionale che garantisca a tutti l’accesso al mondo del lavoro. Così saremo forti e centrali nel fronte di opposizione al governo Meloni. Chi condivide le nostre idee sarà nostro interlocutore. Così si costruiscono le alleanze, non in modo astratto».
Il compromesso sulle regole eviterà la scissione?

«Guai a trasformare questo congresso nell’ennesima resa dei conti. È importante che tra Bonaccini, Schlein e gli altri candidati vi sia rispetto reciproco. La scissione non la evitiamo con il solito patto tra correnti di potere che dichiarano di voler cambiare tutto senza cambiare niente. La evitiamo con un patto generazionale che punti a una solidarietà di fondo e a un nuovo gruppo dirigente, chiunque vinca».
Non teme che l’ingresso di Articolo 1 sposti il Pd troppo a sinistra?
«Non temo un Pd nuovo con una sinistra forte, purché abbia al centro una visione innovatrice e pragmatica del mondo e della società. L’esperienza di governo di Bonaccini e di tanti amministratori che lo sostengono ci è di aiuto. Nelle nostre città si sperimentano modelli nuovi e concreti su lotta al cambiamento climatico, inclusione sociale, formazione dei giovani. La chiave di questo nuovo partito sono i territori».
Intanto l’opposizione a Meloni la stanno facendo Forza Italia e Lega…

«E infatti abbiamo di fronte una prateria nel fare opposizione. I tempi sono ormai stabiliti. A questo punto non sprechiamo neanche un giorno in diatribe interne, parliamo al Paese offrendo una alternativa all’esecutivo Meloni, sapendo che torneremo al governo solo con un vero voto popolare e non con manovre parlamentari come in passato. L’eccesso di governismo alla lunga ci ha danneggiato. Da una opposizione intelligente e fiera costruiremo con pazienza la rivincita».

12 gennaio 2023 (modifica il 12 gennaio 2023 | 23:19)

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