Il professore emerito: vogliamo che qualcuno passi la vita ad accusare?
La legge Severino, che col voto del Parlamento ha fatto decadere Silvio Berlusconi potrebbe essere abolita professor Coppi. Che ne pensa?
«Sa che non l’ho letta?».
È sull’ineleggibilità dei politici condannati. Lei lo sa benissimo.
«Fermo restando che il referendum è un istituto attraverso cui si manifesta la volontà popolare, penso che quella legge risponda a un sentimento diffuso».
Ovvero?
«Che non si possa aspirare a determinate cariche pubbliche avendo ricevuto condanne almeno per alcuni reati ».
Quali?
«Quelli contro la pubblica amministrazione, contro lo Stato o di riprovazione sociale come quelli sessuali. Per reati bagattellari o colposi, come l’omicidio stradale, sarei più di manica larga».
Dovrebbe scattare solo dopo condanne definitive?
«Direi di sì come regola, anche se per ragioni di opportunità chi è accusato di determinati reati dovrebbe astenersi o fare di tutto per una piena riabilitazione nel più breve tempo possibile».
E come?
«Per ragioni importanti si può richiedere l’urgenza che consente di accelerare. Il giudice presumibilmente, se un politico lo chiede, dà parere favorevole alla rapidità».
Lo dice proprio lei?
«Io l’ho sempre sostenuto. E siccome nessuno vuole avere un magistrato o un politico mascalzone bisogna accelerare al massimo. Anche se hai la febbre, a meno che non sia 45°, vai lo stesso in udienza».
E il suo cliente, Silvio Berlusconi?
( Sorride ndr) «Lo difendo proprio in modo da evitare che si creino le condizioni della ineleggibilità».
Sulla separazione delle funzioni che ne pensa?
«A parte il fatto che quando potremo permetterci il lusso di discuterne vorrà dire che tutti i problemi della giustizia sono stati risolti. Ma poi vogliamo davvero che qualcuno passi la vita ad accusare?».
Lei no. Perché?
«Creeremmo degli automi. Lo scambio di esperienze aiuta a interpretare il singolo ruolo. Ho conosciuto magistrati che da giudici istruttori, sono diventati pm e poi giudici, interpretando benissimo i vari ruoli. Ci penserei».
Ma il referendum ci sarà.
«Il referendum è un po’ tranchant. Invece c’è molto da riflettere su regole per i passaggi e altro. Io ci rifletterei».
Si voterà sull’elezione del Csm. Come la vorrebbe?
«Finché del Csm faranno parte i magistrati, anche estratti a sorte, si riproporranno giochi, giochetti e giochini. Ma sono problemi complessi e delicati. Deve occuparsene il Parlamento».
Se ne sta occupando.
«Speriamo faccia prima del referendum».
Questo governo ha accelerato sulle riforme della giustizia. Vede una svolta?
«Io sto tutti i giorni in Tribunale a Roma e vedo arrivare in Cassazione processi che sono durati 15 anni. Ieri ho discusso un omicidio del ‘96. E questa lentezza è legata a questioni che sarebbe lungo spiegare ma che non mi sembra abbiamo ancora soluzione».
Come si risolvono?
«Sedendosi a un tavolo, in pochi o non si combina niente, affrontando uno a uno i problemi. Le soluzioni, alla luce dell’esperienza, ci sono».
Ad esempio?
«L’udienza preliminare è completamente fallita. Si perdono due anni, tanto vale abolirla. Come pure: restituire al giudice la conoscenza degli atti farebbe risparmiare tempo. Si potrebbe recuperare qualcosa dal vecchio codice. Non tutto quello che c’era è fascista. Sentite noi “pratici”. Non state a pensare alla separazione delle carriere».
17 febbraio 2022 (modifica il 17 febbraio 2022 | 22:51)
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Virginia Piccolillo , 2022-02-17 21:52:56
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