Il governatore leghista del Veneto parla dell’indagine della Procura di Bergamo sulla mancata zona rossa all’inizio della pandemia: «Così nessuno si prenderà più la responsabilità nelle emergenze»
«La verità è un diritto. Ma celebrare processi sulla pubblica via è disdicevole. È facile fare le analisi e dare giudizi con il senno di poi. In questo Paese ogni volta dopo un fatto eclatante si apre un’inchiesta. È una china pericolosa».
Perché?
«Perché finisce che chi ha delle responsabilità fa il suo compitino e pensa solo a proteggersi».
Il presidente leghista del Veneto
Luca Zaia
nei giorni finiti al centro dell’inchiesta della Procura di Bergamo prese decisioni coraggiose, non previste nei documenti ufficiali. «L’ho fatto d’istinto, per testardaggine, rischiando — spiega —. Ma non esiste la decisione giusta. Tutti, in quei giorni, abbiamo fatto scelte più o meno azzeccate».
Lei insiste sulla contestualizzazione.
«Sì, perché non si possono giudicare decisioni e comportamenti con gli occhi di oggi. Tutto va cristallizzato in quel momento. Anche pensando a quel che è successo a me».
A cosa si riferisce?
«In…
Author: Cesare Zapperi
Data : 2023-03-05 06:10:45
Dominio: www.corriere.it
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