«Dei 43 lavoratori assunti con Sbe Sud, ce ne sono una decina che purtroppo non sono riusciti a formarsi e a lavorare sulle macchine che ci consentono di produrre. Nonostante tutto, non licenzierò nessuno. Ma per le competenze che hanno queste persone possiamo impiegarle nella sede di Monfalcone, perché nella nuova fabbrica che costruiremo ad Acerra le loro figure professionali al momento non sono previste. Più avanti, vedremo». E’ questa la verità di Alessandro Vescovini, imprenditore emiliano titolare della Sbe Varvit, che quest’oggi sarà al tavolo dell’Unione Industriali per il trasferimento di 43 ex operai Meridbulloni, dalla Sbe Sud all’azienda madre.Dieci lavoratori rischiano di essere tagliati fuori dal progetto della nuova fabbrica che sorgerà ad Acerra, ma Vescovini non ci sta a passare per l’imprenditore che non mantiene i patti. «Tra le persone che sono venute su con noi a Monfalcone, c’erano anche persone che non avevano mai lavorato sulle macchine ma si occupavano di tutt’altro all’interno della fabbrica – sostiene -Alcuni hanno imparato qui da noi e siamo davvero molto felici che la formazione abbia funzionato. Altri non ci sono riusciti».Persone, però, che avevano accettato con entusiasmo la nuova sfida della Sbe, proprio per la possibilità di ritornare a lavorare in Campania. «Guardi io l’ho detto anche quando sono arrivato a Castellammare e mi hanno accolto con cori e una torta, ci sono i video a testimoniarlo: io non sono un benefattore, io faccio impresa – dice Vescovini – Sto facendo un investimento da 20 milioni di euro. In Campania investiremo il 70 % di quanto programmato dal mio gruppo per il 2022. Non ho chiesto un solo euro di fondi pubblici e non posso rischiare di buttare via i soldi. Nessuno lo farebbe».Per gli operai che adesso si trovano nel limbo tra restare a Monfalcone oppure licenziarsi, l’imprenditore emiliano dice: «Ad Acerra è un progetto nuovo, tutto da costruire. Qui invece abbiamo la possibilità di impiegarli per quelle che sono le loro mansioni – dice Vescovini – Per chi non volesse accettare abbiamo proposto una buonuscita pari a cinque mensilità, nonostante abbiano lavorato per otto mesi. Guardi che questa situazione dispiace anche a noi, non fosse altro che abbiamo investito soldi. Loro sanno bene che abbiamo pagato stipendi di terzo livello, messo a disposizione vitto, alloggio e viaggi per farli tornare a abitazione».L’imprenditore emiliano tira dritto sul progetto della nuova fabbrica nell’ex area Montefibre di Acerra: «Abbiamo ottenuto tutti i permessi necessari e a fine gennaio partono i lavori. Entro novembre 2022 dobbiamo essere operativi perché abbiamo commesse da onorare – sostiene – Abbiamo anche già provveduto ad assumere 24 ragazzi under 24 selezionati attraverso gli istituti tecnici e professionali della Campania. Ce ne sono un paio pure di Castellammare. A gennaio verranno a Monfalcone per la formazione».
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di Tiziano Valle
www.metropolisweb.it
2021-12-16 10:00:37 ,