Il filosofo direttore di MicroMega contro l’atteggiamento dell’Associazione nazionale partigiani: «Avanzare dei dubbi sul massacro di Bucha l’ho giudicata e la giudico un’oscenità»
Paolo Flores D’Arcais si può definire resistenza quella che stanno facendo in Ucraina?
«Mi sembra evidente. C’è stata un’invasione. Che un pacifista assoluto come Tomaso Montanari, in controversia streaming con me sul sito di Micromega, l’ha definita «aggressione imperialista mostruosa».
Eppure c’è chi, come l’Anpi, in proposito ha posizioni contrastanti…
«Come per il massacro di Bucha. In un comunicato del 4 aprile l’Anpi ha scritto di condannare il massacro in attesa di appurare cosa è avvenuto, perché è avvenuto e chi sono i responsabili. Questo quando tutte le informazioni e le testimonianze convergenti avevano già dato una risposta».
Una risposta che per lei è univoca…
«Non per me, per chiunque. A Bucha c’è stato un massacro di civili compiuto dai militari russi in ritirata, in una catena di comando che riporta a Putin».
Non si evince questo dal comunicato dell’Anpi.
«No. E porre in dubbio questa realtà già acclarata mi è sembrato incredibile. L’ho giudicata e lo giudico un’oscenità ai valori della Resistenza. Significa oltraggiare la Resistenza. Avanzare dei dubbi su questo vuol dire offendere i morti di quel crimine di guerra».
L’Associazione dei partigiani ha condannato l’invio delle armi in Ucraina.
«Non è stata soltanto l’Anpi, la Cgil, anche tutto un mondo pacifista, il Papa. Ma mi chiedo cosa si pensa che si debba fare in alternativa: consigliare ai cittadini ucraini di arrendersi e diventare schiavi di Putin? Gli ucraini hanno deciso di resistere nell’unico modo possibile di resistere: con le armi».
E gli ucraini stanno dando prova di una notevole resistenza.
«Una resistenza inaspettata. Per Zelensky quando è scoppiata la guerra gli Stati Uniti hanno messo a disposizione un aereo per fuggire. Israele ha fatto altrettanto. E adesso i cittadini ucraini stanno resistendo con coraggio ed efficacia a una mostruosa aggressione imperialista benché con un armamento cinque-dieci volte inferiore a quello russo».
Un’asimmetria disegnata sul campo.
«Non capisco come si possa non guardare in faccia una tale evidenza. Lasciare una simile asimmetria significa, per omissione, rafforzare l’aggressione di Putin».
Un’evidenza che all’Anpi sembrano non cogliere…
«Sicuramente quella attuale non è la posizione dell’ultimo presidente dell’Anpi, un partigiano, Carlo Smuraglia. L’ultimo presidente invece..».
Invece?
«L’ultimo presidente dell’Anpi è più giovane di me che sono del 1944 ed è soltanto un ex-deputato cossuttiano».
L’Europa però le armi per la resistenza ucraina le sta inviando.
«Non abbastanza. Mariupol è in agonia da giorni e giorni ma non è ancora caduta. Putin sta ammassando truppe nel Donbass per un’offensiva che vorrebbe definitiva. L’Ucraina non fa che chiedere armi, armi, armi. Il fattore tempo è fondamentale. Ma il nostro governo le armi che sta chiedendo l’Ucraina non le ha mandate. E non solo noi».
A chi altri si riferisce?
«Il ministro degli Esteri tedesco signora Baerbock, leader dei verdi, da giorni chiede che il governo accolga le richieste di Zelensky ma il cancelliere socialdemocratico Scholz si rifiuta. L’unico paese che sta mandando in parte armi adeguate sono, purtroppo, gli Stati Uniti d’America».
Perché dice purtroppo?
«Perché sono passati esattamente sessant’anni da quando sono sceso in piazza per la prima volta contro un presidente americano. E da allora ne ho fatte decine e decine di manifestazioni. Ora però è diverso».
In che modo?
«Dopo ennesimi atti di imperialismo dei suoi predecessori Biden sta facendo la cosa giusta. E non capisco perché se una volta tanto un presidente americano fa la cosa giusta non ci si debba rallegrare».
È deluso dall’atteggiamento di un certo mondo pacifista?
«Mi sento tristissimo perché vedo persone c on le quali ho condiviso le piazza negli ultimi trent’anni contro il berlusconismo, le prepotenze padronali, i problemi legati all’ecologia. Adesso li vedo avere un atteggiamento che a parole condanna l’invasione di Putin e nella pratica è ponziopilatesco perché non vuole aiutare l’aggredito più debole contro l’aggressore più forte nell’unico modo possibile: fornendogli le armi».
16 aprile 2022 (modifica il 17 aprile 2022 | 07:50)
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Alessandra Arachi , 2022-04-17 05:51:37
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