La premier: non siamo la Repubblica delle banane. Sulla guerra: Lavoriamo per mantenere gli impegni internazionali. I rave: Ho sentito dire che vogliamo vietare le manifestazioni, nulla di più lontano da me. Sono cose che non stanno né in cielo né in terra
«Noi riusciamo, per il 2022, a liberare — grazie all’extragettito dell’Iva e a un terzo trimestre favorevole, con una crescita del Pil dello 0,5%, — circa 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana vorremmo utilizzare sul caro energia. Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante».
La premier Giorgia Meloni
inizia così la sua conferenza stampa. Con le decisioni sul caro energia. In tutto
saranno oltre trenta miliardi: subito 9,5, per il 2023-24 altri 22 o 23 miliardi.
Poi commenta le norme sulle trivelle, quelle sulla ripresa di produzione di gas naturale italiano, soprattutto riattivando concessioni nel mare Adriatico, per mettere a disposizione 1 o 2 miliardi di gas nazionale aggiuntivo da gennaio.
La richiesta all’Europa di decisioni urgenti e soprattutto «concrete», per una soluzione comunitaria della crisi energetica. Europa che nel suo viaggio a Bruxelles, nel confronto con i vertici delle istituzioni, «non ha mostrato alcuna chiusura preconcetta» sulla revisione del Pnrr. Infine le norme sui rave, che «si possono migliorare in Parlamento, ma la storia di chi non rispetta le leggi dello Stato italiano è finita. Non siamo la repubblica delle banane».
Giorgia Meloni illustra alla stampa i singoli dossier esaminati o approvati nel Consiglio dei ministri del pomeriggio. C’è anche un momento di incertezza sui numeri, quando — illustrando il provvedimento sulle trivellazioni — parla di «mille, duemila metri cubi» di gas. Subito dopo, però si corregge: «Mi segnalano che ho fatto un errore perché non parliamo di mille o duemila metri cubi di gas ma di un milione due milioni… Mille o duemila a abitazione mia», sorride. Poi si corregge ancora: «Miliardi, miliardi. Ormai impazzisco con i numeri».
I temi legati ai provvedimenti adottati sono tanti, c’è la presentazione della Nadef, le nuove norme sulle trivelle, ma c’è anche spazio per ribadire e chiarire alcuni punti delicati.
In primo luogo sulla crisi ucraina e sulla continuità con il precedente governo nel fornire aiuti, anche militari, alla resistenza di Kiev: «Lavoriamo per mantenere tutti gli impegni internazionali. Al di là delle sfumature — dice — non prevedo problemi nella maggioranza, che ha sempre votato seriamente a sostegno della causa ucraina».
Verso la Finanziaria: l’incontro con i sindacati
Ma il cuore della conferenza riguarda la preparazione della legge di Bilancio. Meloni assicura che nei prossimi giorni partirà un «doveroso» confronto con le parti sociali. In una cornice finanziaria che viene illustrata in questo modo: «Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22-23 miliardi che intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia».
La richiesta all’Ue
Per la presidente del Consiglio le misure nazionali comunque rischiano di non essere sufficienti. «Il prezzo del gas sta scendendo», ma «non durerà molto se non ci saranno segnali seri e concreti. L’ultimo Consiglio europeo ha fatto registrare passi in avanti, ora speriamo in determinazioni più concrete, partiamo dal presupposto che una soluzione europea sulle risorse per affrontare la questione delle bollette sia giusta e necessaria. Abbiamo acceso molto i riflettori sulla necessità di risposte concrete. Diversi Paesi propongono modelli come lo Sure, sui quali le posizioni sono variegate e noi siamo favorevoli. E sicuramente ritengo che dovremmo usare tutte le risorse esistenti, dal Repower Ue ai Fondi di coesione non utilizzati».
La revisione del Pnrr
Sul Pnrr Meloni cita le stime di spesa che sono via via calate durante l’anno in corso, passando da 44 miliardi di euro a circa 21 entro la fine dell’anno: il che dimostrerebbe che da oggi in poi, con il rialzo dei prezzi, tutto diventa più complesso. «L’aumento del prezzo delle materie prime al 30-35% che pesa sulle opere pubbliche è un tema che si deve affrontare con garbo e intelligenza». Inoltre l’articolo 21 del regolamento del Pnrr «è stato pensato in determinate condizioni oggettive» per cui «valutiamo un aggiustamento».
5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 08:06)
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Marco Galluzzo , 2022-11-05 07:14:10 ,