L’ex premier in procura a Firenze presenta la memoria difensiva per contestare le intercettazioni, ma non si fa interrogare. Il confronto subito dopo che la giunta del Senato ha approvato il conflitto di attribuzione
Faccia a faccia di Matteo Renzi con i pm di Firenze che lo accusano di finanziamento illecito nella maxi inchiesta sulla fondazione Open
. L’ex premier ha incontrato il procuratore capo Giuseppe Creazzo assieme a Luca Turco e Antonino Nastasi, magistrati titolari dell’indagine, dopo aver chiesto nelle settimane scorse di essere interrogato dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Il leader di Italia viva definisce «cordiale» il clima durante la mezz’ora di confronto, ma poi affonda il colpo: «”Non ho niente contro di voi. Io non voglio evitare il processo sfruttando l’articolo 68 della Costituzione: io non scappo, ma voi avete violato la Costituzione”. Gliel’ho detto in faccia», racconta Renzi.
Il confronto con i pm è arrivato in un momento (politico e mediatico) particolare, cioè il giorno dopo che la giunta delle immunità del Senato ha approvato a larga maggioranza il via libera a mettere al voto dell’Aula l’apertura di un conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale, perché i pm avrebbero violato l’articolo 68 della Costituzione
, che vieta l’utilizzo di intercettazioni (o corrispondenza) contro un parlamentare senza aver chiesto prima l’autorizzazione alla Camera di appartenenza. Mentre nei giorni scorsi è avvenuta un’altra circostanza, che l’ex premier ha cavalcato con forza: il colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, davanti alla commissione parlamentare istituita per far luce sulla morte di David Rossi, ha raccontato che subito dopo la morte del capo della comunicazione di Mps l’allora pm senese Nastasi (lo stesso cotitolare dell’inchiesta Open) avrebbe risposto ad una chiamata sul cellulare di Rossi mentre si trovava nel suo ufficio per i primi rilievi, aprendo quindi all’ipotesi di inquinamento della scena di un possibile crimine
. «Voi sareste tranquilli se a indagare su di voi fosse un pm così?», si è chiesto retoricamente Renzi.
Il profilo del duello avviato tra Renzi e le toghe ha una forte carica mediatica, su cui l’ex premier punta molto. Affiancato dai suoi legali, il leader di Italia viva ha presentato ai magistrati una memoria difensiva di 5 pagine in cui contesta la violazione delle guarentigie costituzionali poste a tutela della funzione parlamentare e altri errori formali che, a suo dire, sarebbero contenute nel faldone accusatorio di oltre duemila pagine. A questo punto i legali di Renzi hanno comunicato che il senatore risponderà a tutte le domande dei pm appena questi ultimi avranno replicato alla memoria difensiva. Una partita a scacchi, con il fattore tempo che gioca un fattore decisivo: i pm, per limitare i rischi che l’inchiesta perda forza, devono procedere quanto prima chiedendo il rinvio a giudizio.
15 dicembre 2021 (modifica il 16 dicembre 2021 | 12:58)
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Claudio Bozza , 2021-12-16 11:58:41
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