Durante la prima esplosione di una bomba atomica della storia, il Trinity Test, tanta era la consapevolezza dell’entità di quell’evento, che segnò davvero un “prima” e un “dopo”. Il fisico teorico Robert Oppenheimer, che coordinò il progetto dell’ordigno nucleare, rivelò di aver pensato una frase diventata poi famosa: “Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi”, citando il testo sacro induista Bhagavadgītā. Una frase che non era un’accettazione di colpa, tuttavia: Oppenheimer continuò a credere che fosse suo dovere sviluppare l’arma e metterla a disposizione del suo governo come strumento per porre fine alla guerra.
Grazie al grande successo al botteghino del film di Christopher Nolan su Oppenheimer e sul contributo dello scienziato nella costruzione di Little Boy, si è tornato a parlare della questione del disarmo nucleare. Una questione che forse a milioni di spettatori del biopic doveva essere apparsa a lungo come un qualcosa di sistemato, o sepolto dalla storia. Eppure, l’intera guerra tra Russia e Ucraina si è svolta finora sotto la minaccia – più esplicita che implicita – delle armi nucleari. Appena tre giorni dopo l’invasione, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato alle forze nucleari russe di entrare in uno stato di “speciale prontezza di combattimento”. Da allora, il Cremlino ha ripetutamente lanciato avvertimenti terribili all’opinione pubblica occidentale riguardo al potenziale di escalation nucleare.
All’inizio del 2021, l’amministrazione Biden è stata in grado di estendere il Nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche del 2010 (New Start) con la Russia fino a febbraio 2026. Questo accordo rappresenta l’ultimo accordo di controllo degli armamenti nucleari rimasto in vigore tra le due principali potenze mondiali. L’estensione del trattato avrebbe dovuto aprire la strada a colloqui tra gli Stati Uniti e la Russia per ampliare le riduzioni bilaterali e discutere altre questioni di interesse, inclusi gli armamenti nucleari non strategici, le difese missilistiche e le nuove tecnologie emergenti. Tuttavia, a causa della situazione internazionale complicata dall’invasione russa dell’Ucraina, Putin ha annunciato la sospensione della partecipazione russa al New Start, mettendo a rischio la prospettiva di ulteriori negoziati.
Secondo la teoria della “rivoluzione nucleare”, l’avvento delle armi nucleari, con il loro potenziale distruttivo, avrebbe dovuto scoraggiare il loro utilizzo, inibendo il conflitto e la competizione tra le nazioni che ne sono dotate. Tuttavia, la realtà emersa dalla guerra Russia-Ucraina sembra contraddire questa aspettativa. Uno dei punti di rottura con la teoria tradizionale è rappresentato dal fatto che la Russia non solo intende utilizzare le armi nucleari come deterrente, ma sta anche cercando attivamente di intimidire l’Occidente, mettendo a dura prova la stabilità nucleare internazionale.
Un mondo sempre più caotico
A vedere Oppenheimer nel weekend di apertura c’era Francesco Vignarca, il coordinatore delle campagne per la Rete italiana pace e disarmo, che vanta un’esperienza ventennale nell’ambito della promozione della pace e del disarmo. Nel suo ruolo, Vignarca si dedica all’analisi e all’azione su una serie di temi cruciali, tra cui la riduzione delle spese militari, il monitoraggio delle società private operanti nel settore della difesa, la gestione degli appalti militari, il controllo del commercio di armi, la riconversione industriale, la prevenzione della corsa agli armamenti e la lotta alla proliferazione delle armi. Oltre a svolgere ricerche approfondite su questi argomenti, Vignarca coordina anche numerose campagne promosse dai movimenti pacifisti.
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di Paolo Mossetti www.wired.it 2023-10-04 05:00:00 ,