Nuove indagini su Ciro, il fossile di dinosauro campano – Campania

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Conservato a Benevento, sarà studiato da esperto Museo Chicago


(ANSA) – CASERTA, 16 DIC – Nuove indagini da lunedì 19
dicembre per il fossile di dinosauro “Scipionyx samniticus”,
noto con il soprannome di “Ciro”. Ad annunciarlo una nota della
Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le
province di Caserta e Benevento, diretta da Gennaro Leva, che
spiega che i nuovi accertamenti saranno realizzati da Matteo
Fabbri del Field Museum of Natural History di Chicago. Le
analisi sul fossile, attualmente custodito nell’ex Convento San
Felice a Benevento, sede della Sovrintendenza, dove è ammirato
ogni anno da scolaresche campane non solo (responsabile la
funzionaria Mariangela Mingione), sono state autorizzate
considerata l’eccezionale possibilità di ottenere nuovi dati
scientifici sul reperto. Ciro è stato il primo dinosauro
scoperto in Italia, ed è considerato il reperto fossile più
importante rinvenuto nel nostro Paese. Portato alla luce nel
1980 a Pietraroia (Benevento) da un privato, fu identificato
solo tredici anni più tardi dai paleontologi del Museo di Storia
Naturale di Milano, che si adoperarono per affidarlo alla
Soprintendenza di Salerno, che aveva la competenza territoriale
sul sito di rinvenimento. Negli anni successivi, il Museo di
Milano restaurò e studiò con immutato interesse il reperto
(1994-1999; 2004-2011). Nel 1998 Scipionyx fu riconosciuto dalla
comunità scientifica internazionale come uno dei fossili più
importanti nella storia della paleontologia, conquistando la
copertina di Nature per il suo eccezionale stato di
conservazione: caso tuttora unico al mondo, Scipionyx è un
esemplare neonato, che conserva, oltre alle prede di cui si
nutrì nella sua brevissima vita, una varietà incredibile di
tessuti molli interni, tra cui legamenti intervertebrali,
cartilagini articolari nelle ossa delle zampe, muscoli e
connettivi del collo, parte della trachea, residui dell’esofago,
tracce del fegato e di altri organi ricchi di sangue. Molto
rimane ancora da scoprire di Scipionyx, in particolare la
modalità di conservazione dei tessuti molli e alla loro
organizzazione tridimensionale. (ANSA).
   

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