L’economia degli Stati Uniti ha ripreso a creare impieghi a passo robusto – con le imprese che trovano nuovamente americani da assumere anche in un clima dove la scarsità si è estesa al mercato del lavoro. I dati di ottobre, dopo i rallentamenti nei due mesi precedenti, hanno mostrato 531.000 nuove buste paga, più delle previste 450.000. Mentre il tasso di disoccupazione è scivolato di 0,2 punti al 4,6 %. Anche i dati di settembre e agosto sono stati in realtà rivisti in significativo rialzo, rispettivamente a 312.000 e 483.000 posti dai 194.000 e 366.000 inizialmente calcolati.
Impasse superata?
A spezzare l’impasse potrebbero aver contribuito gli aumenti salariali decisi da numerose aziende per rispondere alla prevista forte domanda del periodo festivo e di fine anno, fondamentale in settori quali i grandi magazzini e in generale il comparto delle vendite al dettaglio e quali ristorazione e ospitalità. In gioco inoltre il recedere di paure legate alla pandemia e l’esaurimento, con settembre, di ormai molti aiuti straordinari anti-crisi per le famiglie. I salari orari sono aumentati del 4,9% rispetto all’anno scorso, in linea con le previsioni. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro, che comprende chi lavora o cerca attivamente un’occupazione, è tuttavia rimasto invariato al 61,6%, tuttora di 1,7 punti inferiore al febbraio 2020 e segno di una situazione occupazionale non normalizzata.
Sussidi in declino
Altri segnali avevano mostrato un recupero: le domande di sussidi di disoccupazione sono progressivamente diminuite, con l’ultima settimana che ha registrato una flessione di 14.000 unità a 269.000. Se sono ancora di circa 50.000 superiori alle media per-pandemica del 2019, sono una frazione delle 800.000 domande ancora riportate a inizio di quest’anno.
La ripresa del lavoro dietro al ritiro della Fed
Gli ultimi dati confermano l’orientamento della Federal Reserve di avviare il ritiro degli stimoli alla crescita: nel suo ultimo vertice, giudicando l’economia a cominciare dal mercato del lavoro sufficientemente risanati mentre avanza l’inflazione, ha varato l’avvio del cosiddetto “tapering”, la riduzione degli acquisti di asset finora da 120 miliardi di dollari al mese che potrebbe poi aprire la strada, l’anno prossimo, a strette sui tassi di interesse dagli attuali livelli vicini allo zero. La Banca centrale ha avviato la manovra di rientro annunciando un taglio negli acquisti al ritmo di 15 miliardi al mese che dovrebbe cancellarli del tutto entro giugno.
Manifatturiero “motore” dell’occupazione
A tirare la volata del lavoro è stato il settore privato, con 604.000 nuovi impieghi complessivi anzitutto nel settore dell’ospitalità e tempo libero (164.000) e nei servizi professionali e alle aziende (100.00). Il manifatturiero è stato un altro punto di forza particolarmente benvenuto, viste le recenti difficoltà nella supply chain globale che lo hanno assediato: ha aggiunto 60.000 buste paga, con 28.000 nuovi posti in particolare nell’auto e nella componentistica. I trasporti hanno guadagnato ulteriori 54.000 buste paga. Il pubblico impiego ha invece perso 73.000 posti, con flessioni anzitutto nel settore scolastico e nelle amministrazioni locali.