A differenza di OpenAI, l’organizzazione non profit di Mozilla non può licenziare i dirigenti incaricati di svolgere attività a scopo di lucro. Ogni unità ha un proprio consiglio di amministrazione, i cui membri sono selezionati annualmente dal consiglio della fondazione non profit. “Sono lavori diversi, è un mix diverso di competenze – afferma Surman -. Se si hanno funzioni diverse, ha senso avere una separazione dei poteri”.
I diversi consigli di amministrazione, con caratteri e missioni distinte, hanno anche lo scopo di garantire maggiore autonomia alle iniziative commerciali. Mozilla cerca di inserire nel consiglio non profit persone esperte nel campo della filantropia, delle tecnologie open source, delle questioni sociali e delle politiche tecnologiche, sottolinea Surman. Viceversa, nei consigli di amministrazione delle aziende a scopo di lucro si cerca di privilegiare l’esperienza nel settore del venture capital, nel marketing e nell’innovazione aziendale.
Più volte i consigli di amministrazione di Mozilla si sono riuniti per discutere di grandi cambiamenti nel mondo della tecnologia, come l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, che ha portato alla creazione di Mozilla.ai. Ma è il consiglio della fondazione non profit a detenere la massima autorità, supervisionando i bilanci e vantando il diritto di rimuovere i membri dei cda delle unità a scopo di lucro. E nonostante quest’ultimo potere non sia mai stato esercitato, a volte si sono verificati forti disaccordi tra quelli che i leader di Mozilla descrivono come obiettivi del movimento e obiettivi di mercato, afferma Brian Behlendorf, uno sviluppatore di software che fa parte del consiglio fin dalla sua fondazione.
Nel 2015, dopo essersi consultata con il consiglio dell’organizzazione non profit, Mozilla Corporation ha chiuso il progetto incentrato sullo sviluppo di un sistema operativo mobile open source in cui aveva investito centinaia di milioni di dollari, ma che faticava a conquistare i produttori di smartphone. “Per essere competitivi, bisognava mettere in campo il software proprietario e stringere accordi che non riguardavano la creazione di beni pubblici – ha spiegato Behlendorf –. È stata una delusione, ma non vedevamo un modo per realizzare la missione e il Manifesto di Mozilla“, un documento fondamentale con cui l’organizzazione si impegna a mantenere internet aperto e accessibile a tutti.
Coniugare interessi contrastanti
Risolvere il problema della governance di OpenAI è per certi versi più complesso di qualsiasi altra questione affrontata da Mozilla, che vanta donatori esterni ma non investitori. La compagnia, infatti, deve perseguire la sua missione generale – aiutare l’umanità – e allo stesso tempo tranquillizzare gli investitori che, dopo la recente crisi, chiedono di avere maggiore voce in capitolo nella direzione dell’organizzazione. Il discorso vale soprattutto per Microsoft, che ha investito ben 13 miliardi di dollari nell’azienda.
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di Paresh Dave www.wired.it 2023-12-24 06:00:00 ,