Non 100, ma 150 miliardi di dollari. È questa la valutazione prefinanziamento alla quale starebbe puntando OpenAI. Come riporta infatti Bloomberg, la startup di San Francisco sarebbe in trattativa con degli investitori per raccogliere 6,5 miliardi di dollari e mirare a una cifra che quasi raddoppierebbe quella registrata a inizio 2024, ovvero 86 miliardi di dollari.
La nuova valutazione, oltre a rappresentare una crescita esponenziale della società creata nel 2015 dall’attuale amministratore delegato Sam Altman insieme a Elon Musk, cristallizzerebbe la leadership complessivo di quest’ultima nel comparto dell’intelligenza artificiale: nessuna startup che fa della tecnologia del momento il proprio core business si avvicina infatti anche solo lontanamente a una quotazione simile.
A guidare il nuovo round di finanziamento di OpenAI è Thrive Capital, uno dei precedenti investitori della società. Accanto al fondo, la testata newyorkese segnala poi big tech come Microsoft, Apple e Nvidia, tutte realtà che già in passato hanno dimostrato di credere all’azienda di Sam Altman, investendo in un modo o nell’altro in essa. Non solo, però: OpenAI starebbe trattando per raccogliere 5 miliardi di dollari di debito da alcune banche.
Ad agosto il Wall Street Journal aveva già evidenziato come Thrive fosse pronta a guidare un importante round di finanziamento per la startup californiana. In tale occasione, la valutazione riportata era stata però più bassa (100 miliardi di dollari). Settembre si sta rivelando però un mese più florido del previsto, considerando che OpenAI ha dichiarato di aver superato il milione di aziende e utenti paganti per i suoi prodotti (erano 600mila ad aprile).
Forte di questo successo, la startup sta valutando il lancio di piani di abbonamento più costosi e di nuovi modelli di linguaggio, come per esempio Strawberry, un’intelligenza artificiale dotata di capacità di ragionamento simili a quelle umane, che rappresenterebbe un aggiornamento del controverso Q* (pronunciato Q star).