Il governatore della Liguria e le manovre dei moderati di centrodestra: bisogna siglare un nuovo patto di governo e riscrivere la riforma della legge elettorale
«È necessario eleggere un arbitro come capo dello Stato, siglare un nuovo patto di governo e riscrivere la riforma della legge elettorale». Giovanni Toti, governatore della Liguria, non svela il profilo ma traccia il percorso che dovranno compiere le forze politiche per eleggere un capo dello Stato a larga maggioranza. E in questo contesto un ruolo fondamentale, spiega, avranno le forze centriste «con la prospettiva di riunirsi sotto uno stesso cartello, incluso Matteo Renzi, e di competere insieme alle elezioni del 2023».
Si aspettava il passo indietro di Berlusconi e le divisioni nel centrodestra?
«Quella di ieri è stata una giornata alla quale non mi sarebbe piaciuto assistere e dimostra due cose. La prima è che il centrodestra da solo non ha i numeri per eleggere il presidente della Repubblica. D’altro canto, se li avesse avuti avrebbe potuto governare il Paese».
La seconda?
«Mi dispiace che tutto questo sia avvenuto sulla pelle del presidente Berlusconi che qualcuno ha cinicamente usato fino in fondo. Hanno spinto oltre il burrone qualcosa che andava fermata prima. È difficile per tutti arrivare a 505 grandi elettori».
Figurarsi per Berlusconi, considerato divisivo.
«Non è divisivo il Cavaliere. Il problema è che non è sufficiente prendere i voti di una sola parte politica».
E ora cosa succede?
«Si chiude definitivamente la Seconda Repubblica e si avvia un nuovo ciclo. Chiunque sarà presidente della Repubblica farebbe bene a nominare sia Berlusconi che Prodi senatori a vita. Sarebbe una pacificazione su cui costruire la Terza Repubblica».
Come se ne esce da questa impasse?
«Si deve eleggere un arbitro che non solo abbia la statura politica ma i voti parlamentari».
Girano diversi nomi: Casellati, Pera, Frattini, Casini.
«È inutile il totonomi. Per noi l’elezione del capo dello Stato tiene dentro una serie di cose. In particolare, oltre alla scelta di una figura garante dell’unità del Paese, la continuità di governo e la riforma della legge elettorale. Si può essere proporzionalisti o favorevoli al maggioritario ma l’attuale sistema di voto non ha garantito né la rappresentanza né la governabilità».
Mario Draghi è ancora in campo per il Colle?
«Non abbiamo mai posto veti a nessuno, men che meno a Draghi».
Che tempi prevede per eleggere il nuovo capo dello Stato?
«Abbiamo 4-5 giorni in cui possiamo metterci d’accordo».
23 gennaio 2022 (modifica il 23 gennaio 2022 | 21:20)
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Giuseppe Alberto Falci , 2022-01-23 20:20:19
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