L’orsa JJ4 può essere anche trasferita. Lo dicono il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e l’Ispra. L’abbattimento insomma non è ancora l’unica e ultima soluzione per l’animale che ha aggredito e ucciso Andrea Papi il 5 aprile scorso.
“Se troviamo un luogo dove portare l’orsa non diamo la soluzione abbattendola. Spero che si riesca a dare una soluzione di trasferimento da qualche parte””, ha detto oggi il ministro intervistato da Radio Anch’io. E l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, nella documentazione trasmessa al Tribunale amministrativo regionale di Trento, indica sia la possibilità di abbattimento sia lo spostamento dell’esemplare fuori dal Trentino Alto Adige anche, fa sapere la Lav, in uno dei due rifugia indicati dall’associazione animalista. Si tratta di due misure previste dal Pacobace, il “Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno delle Alpi Centro-orientale”. Nessuna decisione, perché non è l’Ispra a doverle prendere, ma una valutazione tecnica in merito a JJ4.
Ma non è solo il destino di quell’orsa catturata al centro delle scelte. “La questione che ha fatto emergere questo gravissimo espisodio è che in quella realtà ci sono circa 120 orsi – ha spiegato Pichetto Fratin – Una realtà dove dovrebbero essercene 40 e dove gli altri sono stati immessi con una scelta dell’uomo, con una scelta locale e fatta per a fini turistici. Man mano sono aumentati a dismisura e adesso, chiaramente, la situazione va ricondotta all’ordine. Che significa un piano di trasferimento e allargamento con più territori, perché il problema esiste”.
Tavolo al Ministero dell’ambiente
E per questo attorno al tavolo del ministero dell’Ambiente si sono riuniti oggi anzitutto il sottosegretario Claudio Barbaro e il presidente della Provincia autonoma di Treno Maurizio Fugatti. All’incontro erano anche presenti il presidente ISPRA Stefano Laporta; il capo dipartimento della Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento, Raffaele De Col; l’assessore provinciale all’Agricoltura Giulia Zanotelli; l’assessore all’Agricoltura e Foreste della provincia di Bolzano, Arnold Schuler; il presidente del consorzio dei comuni trentini, Paride Gianmoena.
Il ministero ha dettato una tempistica stringente per l’individuazione delle soluzioni più idonee ad affrontare una emergenza particolarmente sentita dai territori e a livello nazionale. A tal fine, entro la prima decade di maggio, gli uffici del Mase procederanno ad una ricognizione normativa nazionale e comunitaria per proporre alle autorità politiche competenti misure per i plantigradi in sovrannumero attualmente presenti nella provincia di Trento. Entro la stessa data i tecnici del Mase avvieranno le interlocuzioni anche diplomatiche necessarie all’ipotesi di ricollocamento degli orsi. Dal tavolo è emersa inoltre la richiesta di dotare gli operatori di pubblica sicurezza, così come avviene in altre realtà internazionali, di dispositivi di difesa quali gli spray antiaggressione a principio attivo naturale.Il ministero ha infine sottolineato l’importanza di ascoltare le associazioni ambientaliste, che saranno a breve convocate
Il ministero ha dettato una tempistica stringente per l’individuazione delle soluzioni più idonee ad affrontare “un’emergenza particolarmente sentita dai territori e a livello nazionale”. Entro venti giorni gli uffici del Mase procederanno a una ricognizione normativa nazionale e comunitaria per proporre alle autorità politiche competenti misure per gli orsi in sovrannumero nella provincia di Trento. Entro la stessa data verranno anche attivate interlocuzioni diplomatiche per un ricollocamento all’estero dei plantigradi.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-04-21 19:22:49 ,www.repubblica.it