Anche l’ospedale Vanvitelli di Napoli cade vittima dei cybercriminali. A confermarlo è la stessa struttura, cioè l’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli, che ha dichiarato di essere stata colpita da un attacco ransomware (cioè con richiesta di riscatto), di cui non sono ancora chiare la portata e l’entità dei dati oggetto della violazione. Secondo quanto riferito sul sito del Vanvitelli, tutto è cominciato lo scorso sabato 1 luglio, quando i criminali hanno attaccato per la prima volta i sistemi informatici dell’azienda. In quell’occasione, i responsabili della struttura hanno notato un malfunzionamento tecnico, che sono riusciti a ricondurre all’attacco informatico soltanto in un secondo momento, quando hanno cominciato a lavorare per risolvere quello che non andava.
Stando a quanto riferito dal dirigente informatico dell’Aou Vanvitelli, Giuseppe Nunziata, ad Adnkronos, i cybercriminali hanno colpito soprattutto “il software dei laboratori di analisi”, creando rallentamenti e disservizi. Questa volta, però, non hanno inviato una richiesta di riscatto esplicita alla struttura, ma si sono limitati a fornire “un semplice indirizzo email” a cui inviare una richiesta per riavere indietro i dati compromessi. Ma non essendo chiara la reale portata della violazione, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha scelto di inviare una squadra “per comprendere le esatte dimensioni dell’attacco e dare ogni forma di supporto all’ospedale napoletano”, come riferito da Bruno Frattasi, direttore generale dell’agenzia.
Indipendentemente da quale sia la portata dell’attacco all’ospedale Vanvitelli di Napoli, quello su cui vale la pena riflettere è la frequenza elevata con cui le strutture sanitarie finiscono nel mirino dei criminali informatici. Di conseguenza, l’invito del direttore dell’ACN alle aziende del settore è di “proteggere i propri sistemi informatici adottando le soluzioni tecniche ed organizzative del caso, anche attraverso il loro aggiornamento costante per non cadere vittima” degli attacchi dei criminali informatici. Soltanto in questo modo le strutture ospedaliere potranno limitare i danni arrecati dai cybercriminali al loro lavoro e alla salute dei loro pazienti.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-06 08:53:08 ,