Senza. Che parola assurda. Un anno senza Paolo Rossi: come dire che siamo senza i nostri vent’anni, senza quei giorni torridi e lucenti del 1982 in cui aspettavamo l’Argentina in salotto, il Brasile in tinello, la Polonia in camera da letto, la Germania in sala da pranzo. Non si può essere senza la parte più felice delle nostre vite.