La visita di Papa Francesco a Verona “per la pace e la giustizia”. “L’individualismo è la radice delle dittature” dice. Poi abbraccia un palestinese e un israeliano che hanno perso parenti in guerra.
Prima l’atterraggio nel piazzale adiacente allo stadio Bentegodi, poi verso la Basilica di San Zeno per l’incontro con i sacerdoti e i consacrati. Poi quello con i bambini e i ragazzi, prima di andare all’Arena di Verona per l’evento “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”. Infine la visita ai detenuti nel carcere Montorio. Papa Francesco oggi è a Verona per una visita pastorale nel nome della giustizia e della pace.
Papa Francesco a Verona, prima tappa alla basilica di San Zeno
“C’è il rischio che il male diventi normale. È un rischio questo. Il male non è normale. Non deve essere normale. Nell’inferno sì, ma qui no. Il male non può essere normale e che facciamo l’abitudine delle cose brutte, e così diventiamo complici”, le parole del Pontefice nella Basilica di San Zeno durante l’incontro con i sacerdoti e i consacrati.
“No al carrierismo e alla promozione di noi stessi”, con Bergoglio ha evidenziato il rischio “di vivere anche l’apostolato nella logica della promozione di noi stessi e della ricerca del consenso, anche di fare carriera: è bruttissimo; invece che spendere la vita per il Vangelo e per un servizio gratuito alla Chiesa”. “È Lui che ha scelto noi : se ricordiamo questo, anche quando avvertiamo il peso della stanchezza e di qualche delusione, rimaniamo sereni e fiduciosi, certi che Lui non ci lascerà a mani vuote. Ci farà aspettare ma mai a mani vuote”, ha osservato Francesco.
L’elicottero con a bordo il Pontefice era partito alle 6.30 dall’eliporto del Vaticano ed è atterrato intorno alle 8 nel piazzale antistante lo Stadio Bentegodi della città veneta. Ad accoglierlo il vescovo Domenico Pompili, il presidente del Veneto Luca Zaia, il sindaco Damiano Tommasi e il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Il Pontefice all’Arena di Verona
“La cultura fortemente marcata dall’individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare”. Lo ha detto Bergoglio nel secondo incontro all’Arena di Verona. “Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un’istituzione politica, oppure in un’impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l’autorità”, ha aggiunto. E sul tema dei conflitti: “Per porre fine alle guerre bisogna stare dalla parte dei piccoli”.
Durante l’incontro, il Santo Padre ha abbracciato un palestinese e un israeliano che hanno perso parenti a causa della guerra in Mediorente.
L’incontro coi detenuti al carcere di Montorio
Poi Papa Francesco è arrivato al carcere di Montorio, accolto dagli applausi e canti dei detenuti e del personale della casa circondariale. Sul campo sportivo dell’istituto sono stati allestiti i posti a sedere ed il palco dal quale Francesco ha tenuto suo discorso di saluto.
La direttrice del carcere Francesca Gioieni: “Non ci sono parole sufficienti per ringraziarla del tempo che passa con noi. Testimoniare grazie a lei la vita che scorre attraverso queste mura. Cerchiamo ogni giorno di non essere un luogo abitato da carcerieri e carcerati. Cerchiamo di tendere ogni giorno una mano”.
Bergoglio ha fatto un riferimento diretto ai suicidi avvenuti nel carcere di Montorio: “Seguendo le cronache del vostro istituto, con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. È un atto terribile, questo, a cui solo una
disperazione e un dolore insostenibili possono portare. Perciò, mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto. La vita è sempre degna di essere vissuta, e c’è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi”.
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di Biagio Chiariello
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2024-05-18 13:20:23 ,