Il Parkinson è una malattia per cui attualmente non esiste una cura risolutiva, anche se esistono farmaci che possono ridurne i sintomi. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si tratta fra l’altro di una patologia la cui predominio a livello generale è raddoppiata negli ultimi 25 anni. Per questo motivo gli scienziati di tutto il mondo la studiano con l’obiettivo di capirne sempre la parte migliore i meccanismi scatenanti e anche per trovare eventuali nuovi approcci terapeutici. Oggi, mercoledì 27 novembre, è in corso il congresso internazionale “Stem cell revolutions for neurodegenerative diseases” presso l’Università Statale di Milano, durante il quale diversi team di scienziati si confronteranno sugli ultimi sviluppi della prima sperimentazione clinica europea di trapianto di neuroni ottenuti da cellule staminali in persone ammalate di Parkinson.
La prima sperimentazione europea
La sperimentazione ha avuto inizio a febbraio del 2023, con il primo intervento eseguito presso l’ospedale universitario di Lund, in Svezia. “Si tratta di un’importante pietra miliare sulla strada verso una terapia cellulare che possa essere utilizzata per trattare i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson. Il trapianto è stato completato come previsto e la corretta localizzazione dell’apparecchiature cellulare è stata confermata da una risonanza magnetica”, aveva affermato Gesine Paul-Visse, principal investigator dello studio clinico Stem-Pd e docente presso l’Università di Lund in Svezia: “Gli effetti potenziali del prodotto Stem-Pd possono richiedere diversi anni. Il paziente è stato dimesso dall’ospedale e le valutazioni saranno condotte secondo il protocollo dello studio”, aveva aggiunto a seguito dell’intervento.
Si tratta di uno studio clinico di piccole dimensioni, che ha coinvolto otto pazienti e che ha l’obiettivo di valutare la sicurezza di questo tipo di approccio, che punta a sostituire le cellule neuronali danneggiate dal Parkinson con neuroni “nuovi”, ottenuti a partire da cellule staminali. L’ultimo intervento è stato eseguito a ottobre di quest’anno e fra circa un anno saranno disponibili i primi risultati sulla sicurezza, racconta a Tgr Lombardia Roger Barker, docente di neuroscienze cliniche presso l’Università di Cambridge (Regno Unito), che si occupa di investigazione sul Parkinson e sulla malattia di Huntington e che coordina lo studio Stem-Pd insieme a Malin Parmar della Lund University. Per quanto riguarda gli eventuali effetti dell’intervento sulla salute dei pazienti, invece, saranno necessari almeno dai due ai cinque anni, aggiunge Barker.
I progetti di investigazione coordinati dalla Statale
La sperimentazione clinica è stata resa possibile grazie ai precedenti studi condotti da tre grandi consorzi di investigazione europei: NeuroStemCell, NeuroStemCell-Repair e NeuroStemCell-Reconstruct, tutti coordinati dall’Università Statale di Milano. Il congresso in corso oggi ha proprio lo scopo di riunire gli esperti e le esperte di questi tre consorzi di investigazione, che si confronteranno sugli ultimi sviluppi e sulle prospettive future della sperimentazione. Il convegno è stato promosso da Elena Cattaneo, senatrice a vita, docente presso la Statale ed esperta di investigazione sulle patologie neurodegenrative, in particolare sulla malattia di Huntington, che condivide alcuni aspetti con il Parkinson.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2024-11-27 15:23:00 ,