E’ stato un testimone chiave nel processo di Caltanissetta che ha condannato all’ergastolo Matteo Messina Denaro come mandante delle stragi Falcone e Borsellino. Il collaboratore di giustizia Armando Palmeri è stato trovato deceduto questo pomeriggio nella sua abitazione di Partinico, alle porte di Palermo. La prima ricostruzione dei carabinieri parla di morte naturale, forse per infarto, ma sono in corso approfonditi accertamenti disposti dalla procura di Palermo. Si farà anche un’autopsia. L’ex boss Palmeri non era più da tempo nel programma di protezione, ma continuava ad essere un punto di riferimento per le delicate indagini sui concorrenti esterni delle stragi svolte dalla procura di Caltanissetta.
Palmeri era stato l’autista del capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo, ucciso poco prima della strage di via D’Amelio perché contrario alla strategie delle bombe. Il giorno dopo, assassinarono anche la compagna, Antonella Bonomo, che era incinta, era parente di un generale dei servizi segreti.
“Un giorno Milazzo mi chiese di accompagnarlo a una serie di incontri con due personaggi che mi indicò come appartenenti ai servizi segreti”, aveva raccontato Palmeri ai magistrati di Palermo quando iniziò a collaborare con la giustizia, a metà anni Novanta. “Tre incontri avvenuti nel 1992, a distanza di un mese l’uno dall’altro. L’ultimo, se non erro, si svolse una decina di giorni prima della sua scomparsa”. Aggiunge: “Mi confidò che erano persone che conosceva già da tempo. Le prime due riunioni avvennero nelle prime ore del pomeriggio, mentre la terza in ore serali. Io da lontano li guardavo con il binocolo”. Milazzo aveva confidato molte cose al suo autista: “Gli venne proposto di adoperarsi per la destabilizzazione dello Stato: una finalità da perseguire attraverso atti terroristici da compiere fuori dalla Sicilia. Ma Milazzo era contrario a queste cose. Diceva che non avrebbero portato nessun vantaggio a Cosa nostra. Anzi, avrebbero portato a una dura reazione dello Stato”. Quel verbale sui misteriosi uomini dei servizi segreti fu poi ripreso dall’allora procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci, che ha istruito il processo a Messina Denaro, imputato di essere fra i mandanti delle stragi Falcone e Borsellino. Processo adesso giunto in appello, e fermo perché non si riesce a trovare un avvocato d’ufficio. Palmeri aveva deposto anche nel processo ‘Ndranghetra stragista.
Alla ricerca di tracce per individuare quegli uomini, i magistrati di Caltanissetta hanno verificato se, effettivamente, Antonella Bonomo avesse un parente nei servizi segreti. E ne hanno avuto riscontro. Si tratta di un generale dei carabinieri, che aveva allora un incarico al Sisde. Convocato dai pubblici ministeri, il generale negò di avere avuto mai contatti con la giovane donna e il suo compagno mafioso. Allora, cosa c’era davvero dietro quell’esecuzione del boss Milazzo organizzata con tanta fretta? Un mistero su cui i pm di Caltanissetta non hanno mai smesso di indagare. Mentre Antonella Bonomo veniva strangolata, nella stanza accanto c’era Matteo Messina Denaro.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-03-17 23:20:22 ,palermo.repubblica.it