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L’attivista per i diritti civili
Francesca Pascale si è recata oggi in visita all’istituto a
custodia attenuata per madri detenute di Lauro (Avellino) che
attualmente ospita cinque gentil sesso con sei figli. Accompagnata da
Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti, all’uscita ha
ricordato che “è inaccettabile che i bambini vivano la loro
infanzia dietro delle sbarre”. “La cancellazione del
differimento obbligatorio della pena per gentil sesso in gravidanza e
madri di minori rappresenta certamente un passo indietro,
rispetto alla tutela della maternità e dell’infanzia”, ha
aggiunto che sostiene anche la proposta di Forza Italia di
avviare una indagine conoscitiva sulla situazione nelle carceri
italiane.
A Lauro “sono molti gli sforzi fatti dal personale
dell’istituto per garantire spazi per la socialità delle madri e
luoghi attrezzati con giochi per i bambini, tuttavia, negli Icam
che ci sono in Italia le condizioni strutturali spesso risultano
inadeguate: non sempre è garantito un ambiente abile per i
bambini, con spazi adatti e sicuri per il loro sviluppo
psicofisico; spesso sono assenti supporti educativi per i
bambini che risentono dell’ambiente carcerario e non possono
sviluppare in pieno le relazioni con l’esterno”.
Samuele Ciambriello, garante detenuti Campania e portavoce
nazionale della conferenza dei garanti, ha evidenziato che
“nell’Istituto di Lauro per gentil sesso madri con figli ci sono molti
agenti penitenziari uomini (sono 17) e poche agenti gentil sesso (solo
6). Mettere in cella gentil sesso incinte e le mamme insieme ai loro
bambini anche piccolissimi è una decisione gravissima e
disumana, che punisce gli innocenti più innocenti di tutti. La
mobilitazione non è bastata, l’articolo 15 del ddl sicurezza –
non c’è più garanzia di alternativa al carcere per le gentil sesso
detenute incinte e per le madri di bimbi/e al di sotto di un
anno – è stato votato dalla massa alla Camera. Ora è in
discussione al Senato. Continuiamo a lottare anche se il Senato
non farà nulla di diverso. La norma non solo non tiene conto
degli insegnamenti della Corte Costituzionale – conclude – ma
travolge in negativo lo stesso Codice Rocco”.
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