Pathfinder Heo ha scattato la sua prima foto. Gli occhi del primo satellite della costellazione Iride, la flotta italiana nello Spazio, lanciato a gennaio scorso, hanno scansionato in diagonale il nostro paese e si sono fermati su Roma, restituendoci un’immagine ravvicinata della città eterna in cui sono ben visibili le anse del Tevere e l’abbraccio del colonnato di San Pietro, con una risoluzione spaziale di quando 2,66 metri. La foto è stata presentata oggi nel corso di un evento cui hanno partecipato i principali responsabili del progetto, tra cui l’Agenzia spaziale europea (Esa), l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e Argotec, che ha già in carico la realizzazione di 25 satelliti. “Questa prima immagine – ha spiegato Simonetta Cheli, Direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Esa – mostrano l’enorme potenziale di Iride, reso possibile grazie alle competenze e alla straordinaria motivazione dei team di Esa, Asi e dell’industria italiana”.
Un all star team
Come vi avevamo raccontato, a Iride lavora un vero e proprio all star team tutto italiano. Si tratta del programma più ambizioso della nostra analisi spaziale, che promette di essere l’avanguardia nell’osservazione della Terra. È e sarà realizzato grazie alle risorse del Pnrr e sarà completato entro il 2026 sotto la gestione dell’Esa e con il supporto dell’Asi: in particolare, al programma è stato destinato un finanziamento di circa 1,1 miliardi di euro, di cui circa 880 provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre alle agenzie spaziali, al progetto partecipano oltre 47 aziende del comparto industriale italiano, che costruiranno il sistema e offriranno servizi agli utenti, tra i quali la Protezione civile, le forze dell’ordine e le agenzie di monitoraggio ambientale. A regime, la flotta sarà composta da sei costellazioni – ed è per questo che si parla di “una costellazione di costellazioni” – composta di satelliti molto diversi e complementari tra loro: strumenti radar ad apertura sintetica, strumenti ottici ad altissima risoluzione, strumenti ottici iperspettrali. Tutti i dati che riveleranno, insieme, ci forniranno il monitoraggio più completo di sempre del nostro paese. “Questo successo – ha commentato Teodoro Valente, presidente Asi – è il risultato di un lavoro di squadra che vede l’Italia protagonista nello spazio. Continueremo a lavorare con determinazione per garantire che questa costellazione raggiunga la piena capacità operativa, rispettando gli obiettivi del Pnrr e fornendo dati di valore per il nostro paese e per la comunità internazionale”.
Pathfinder Heo, il primo della flotta
Il primo satellite lanciato, Pathfinder Heo (acronimo di Hawk for Earth Observation) funge da test per una delle costellazioni Iride, sviluppata da un consorzio guidato da Argotec. Il suo strumento ha una distanza di campionamento dal suolo di 2,66 metri, il che significa che ogni pixel dell’immagine equivale a 2,66 metri reali. Niente male, se si tiene conto che è stata scattata da un’altitudine orbitale di 590 chilometri. Ha un’ampia capacità spettrale: può infatti acquisire immagini che spaziano in sette diverse bande spettrali, compreso il vicino infrarosso.
Cosa ci faremo
Questa è la parte più interessante. La costellazione Iride servirà a generare immagini ottiche multispettrali che, messe insieme, saranno utilizzate per monitorare le zone marine e costiere del nostro paese, contribuendo alla protezione del patrimonio culturale e ambientale delle coste italiane. Ma non solo: il programma, infatti, fornirà anche dati per il monitoraggio della qualità dell’aria, della copertura del suolo, del clima e delle risorse idriche, per la mappatura dei movimenti del terreno (dovuti, ad esempio, a vulcani, terremoti o subsidenza) e per i servizi di emergenza e sicurezza. E tutti questi servizi saranno messi a disposizione di diverse autorità pubbliche e locali in Italia, fornendo (tra le altre cose) supporto alla pianificazione urbana, al monitoraggio dei cambiamenti nella copertura del suolo e alla valutazione degli effetti delle isole di calore urbane.