Patrick Zaki racconta le sue prigioni

Patrick Zaki racconta le sue prigioni

Patrick Zaki racconta le sue prigioni


In Egitto la polizia può farti scomparire, per un periodo variabile. Può essere per qualche ora o può essere per sempre, nel senso che ricompari deceduto. “In questa fase di sparizione nessuno sa dove sei, nessuno può prendere le tue difese, nessuno sa cosa ti stanno facendo. È la fase più pericolosa perché non esisti”. Le parole sono quelle di Patrick Zaki, attivista e ricercatore egiziano che ha vissuto sulla propria pelle questa esperienza. Sparito per oltre un giorno a febbraio 2020 dopo il ritorno in Egitto dall’Italia, dove studiava all’Università di Bologna, ricomparso in uno stato di detenzione che si è protratto per 22 mesi, con l’accusa di essersi schierato contro il regime di Al Sisi.

Ora Zaki ha deciso di raccontare il suo incubo in Sogni e illusioni di libertà. La mia storia, libro uscito il 13 ottobre per La Nave di Teseo. E in occasione del lancio, lo abbiamo incontrato in casa editrice. Dove con umorismo e grande forza ci ha raccontato la sua storia, ci ha parlato di attivismo e solidarietà e anche dei suoi progetti futuri. E sulle polemiche che si stanno abbattendo su di lui dopo alcuni tweet contro il presidente israeliano Netanyahu non ha dubbi: “Fare attivismo per i diritti umani comporta anche questo”.

Patrick Zaki, al centro, con la compagna, la sorella e un'amica dopo essere stato scarcerato

Neolaureato all’università di Bologna, è dove vuole tornare per proseguire le sue ricerche, dopo 22 mesi di carcere e 18 udienze per aver espresso le proprie opinioni online

La storia di Patrick Zaki

La storia di Patrick Zaki inizia il 7 febbraio 2020, quando parte da Bologna, città dove studiava Women’s and Gender Studies, per trascorrere qualche giorno nel suo paese natale, l’Egitto. All’arrivo al Cairo, Zaki viene fermato dalla polizia e di lui si perdono le tracce per circa 27 ore. Quando ricompare gli viene convalidato l’arresto per motivi che hanno a che fare con la minaccia alla sicurezza nazionale, la sovversione e la diffusione di notizie false. Tutto gira intorno a un suo articolo scritto nel 2019 sulle discriminazioni nei confronti dei cristiani copti in Egitto, ma in generale per il regime il problema è l’attivismo internazionale di Zaki, trattato alla stregua di un terrorista che vuole attentare alla sua nazione – e tra le accuse ci sarà anche proprio quella di terrorismo.

La detenzione di Zaki è durata dal 7 febbraio 2020 all’9 dicembre 2021, quando è stato scarcerato in attesa di giudizio, dunque non assolto. Il 18 luglio 2023 è arrivata la condanna a tre anni, per quelle stesse accuse che osservatori indipendenti e organizzazioni non governative avevano sempre dichiarato false. Sembrava il baratro definitivo per Zaki, poi il giorno successivo il presidente Abdel Fattah al Sisi ha deciso di concedergli la grazia, probabilmente per effetto della pressione della comunità internazionale sul regime per le modalità in cui stava trattando lo studente bolognese.

Di cosa parla il libro di Zaki

Cosa significa ritrovarsi in prigione senza aver commesso alcun reato? E cosa succede quando questo avviene in Egitto, uno dei peggiori regimi del mondo secondo i rapporti delle organizzazioni non governative? Gira intorno a queste domande Sogni e illusioni di libertà. La mia storia. Un racconto duro e crudo sulle terribili carceri egiziane, una denuncia sullo stato della (non) democrazia in Egitto, un appello a fare attivismo sempre e comunque per i diritti civili.



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di Luigi Mastrodonato www.wired.it 2023-10-17 04:50:00 ,

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