Donald Trump rompe gli indugi e sceglie Paul Atkins per guidare la Sec, l’autorità americana che vigila sulla borsa e i mercati finanziari, equivalente della Consob italiana. Con un budget di oltre due miliardi di dollari e circa cinquemila dipendenti, la Securities and exchange commission è uno delle organizzazioni più potenti al mondo nella regolamentazione finanziaria. La nomina di Atkins, già commissario della Sec dal 2002 al 2008 (cura Bush) – e diventato negli anni un punto di riferimento nel mondo delle criptovalute – segna una svolta radicale rispetto alla linea dura dell’attuale presidente Gary Gensler nei confronti delle cripto.
L’annuncio è arrivato mercoledì 4 dicembre direttamente dal presidente eletto attraverso il suo social network Truth Social, provocando un immediato rally del Bitcoin che ha superato per la prima volta nella storia quota 100mila dollari. “Paul è un leader che ha dimostrato di saper applicare regole concrete e ragionevoli“, ha scritto Trump, come riporta Bloomberg. La scelta di Paul Atkins, attualmente amministratore delegato della società di consulenza Patomak global partners, rappresenta un chiaro segnale di discontinuità con l’era Gensler, che durante il suo mandato ha avviato oltre 40 procedimenti contro le società del settore e imposto sanzioni record agli operatori di mercato.
Al momento il bitcoin vale 97.746 dollari, in rialzo dello 0,3%, mentre le azioni di Coinbase, la principale piattaforma di scambio di criptovalute negli Stati Uniti, hanno registrato un balzo del 70% dall’elezione di Trump.
Chi è Paul Atkins
Il nuovo numero uno designato alla Sec ha alle spalle una lunga carriera nel settore della regolamentazione finanziaria. Avvocato di formazione, Atkins ha iniziato il suo percorso professionale negli anni Novanta lavorando come membro dello staff di due presidenti della Sec, Richard C. Breeden e Arthur Levitt. La sua prima esperienza diretta ai piani alti dell’autorità di vigilanza risale al 2002, quando venne nominato commissario durante uno dei periodi più turbolenti di Wall Street. Erano gli anni degli scandali Enron e WorldCom, due giganti americani crollati dopo aver falsificato i bilanci per miliardi di dollari: un terremoto finanziario che portò a una radicale riforma dei controlli societari. “Durante il suo mandato si era concentrato sull’educazione degli investitori e sul rafforzamento delle azioni contro le frodi su internet, le manipolazioni del mercato e gli schemi Ponzi“, ricorda l’Associated Press.
Considerato l’elemento più conservatore all’interno della Sec, Atkins si è distinto per le sue posizioni contrarie alle pesanti sanzioni imposte alle società accusate di frode. “Le multe non scoraggiano i crimini“, sosteneva ai tempi, secondo quanto riporta Bloomberg. Nel 2006 fece scalpore quando affermò che la pratica di concedere stock option ai dirigenti prima della diffusione di notizie destinate a far salire il prezzo delle azioni non costituiva insider trading. Dopo aver lasciato la Sec nel 2008, fondò Patomak global partners, una società di consulenza diventata uno tra i più importanti punti di riferimento per banche, società di trading e fintech che cercano indicazioni su come influenzare e rispondere alle direttive di Washington. Nel 2017 è entrato a far parte della Token alliance, un’organizzazione che promuove lo sviluppo del settore delle criptovalute, diventando uno dei più accesi critici dell’approccio regolatorio di Gary Gensler.