La premessa metodologica di questo articolo è che in politica due più due non fa quattro. Ovvero, per dirla in maniera intellegibile, alle elezioni l’alleanza tra due partiti non si traduce necessariamente nella somma delle rispettive percentuali. Perché, per citare il caso italiano, può esserci l’elettore del Movimento 5 Stelle che non vota la lista oggi guidata da Giuseppe Conte se alleata con il Partito democratico. Così come l’elettore che sceglie di andare a votare la coalizione, convinto che una corsa separata si traduca in una sconfitta, come effettivamente è stato, e quindi tanto vale.
I numeri usciti dalle urne, però, permettono di fare un gioco. Ovvero di provare a sommare i risultati delle principali forze che fanno riferimento a diverso titolo all’area progressista e capire come sarebbe andata in caso di alleanza. Un gioco fino a un certo punto, poi, visto che ancora all’indomani del voto il segretario del Pd Enrico Letta rivendicava il campo largo, ovvero l’alleanza di democratici, Movimento 5 Stelle e terzo polo (ossia Italia Viva e Azione), come unica soluzione per vincere le elezioni.
Per capire se il numero uno del Nazareno abbia ragione, Wired ha preso in considerazione i collegi uninominali della Camera, realizzando tre mappe. La prima mostra chi ha effettivamente preso più voti tra centrodestra e centrosinistra. La seconda come sarebbe andata se quest’ultimo si fosse alleato con il terzo polo, come in effetti aveva fatto per pochi giorni ad agosto. La terza, infine, con il campo largo.
Attenzione: ci interessa poco, qui, chi abbia effettivamente vinto il collegio. Al sud ce ne sono alcuni in cui ha prevalso il Movimento 5 Stelle, in Alto Adige ha vinto la Svp, a Messina la lista De Luca Sindaco d’Italia. Il punto è invece capire chi abbia preso più voti tra le due principali coalizioni. Questo perché in un contesto che non prevede il voto disgiunto, verosimilmente il risultato dell’uninominale rispecchia anche quello del proporzionale. E quindi ci dà l’idea di come sarebbe potute andare le elezioni, sempre ricordando che un’alleanza non si traduce nella somma dei voti dei singoli partiti.
La situazione reale
La coalizione di centrodestra, all’uninominale, ha preso più voti di quella di centrosinistra praticamente dappertutto: sono appena 17 su 147 quelli in cui Pd, Sinistra Italiana, Verdi, +Europa e Impegno civico sono riusciti a prevalere. Ecco la situazione vista su una mappa.
Qualche collegio a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano, le città di Milano, Torino, Roma e Napoli, la regione autonoma della Valle d’Aosta e l’Alto Adige. È solo qui che, in autonomia, la coalizione di centrosinistra è riuscita a prevalere. E se si fosse alleata con il terzo polo?
L’alleanza con il terzo polo
Ricordando sempre che non è detto che tutti gli elettori che hanno votato singolarmente centrosinistra e terzo polo li avrebbero sostenuti anche in caso di alleanza, ecco come sarebbe andata nei collegi uninominali della Camera sommando i consensi effettivamente ottenuti domenica 25 settembre.
Effettivamente qualcosa cambia. Il numero di collegi in cui il centrosinistra avrebbe ottenuto più voti del centrodestra aumenta. Per quanto probabilmente non abbastanza da rovesciare l’esito finale: 32 i deputati eletti al maggioritario da una potenziale alleanza tra democratici e terzo polo, contro i 115 del centrodestra. Ovvero 15 in più rispetto al dato reale.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2022-09-28 05:00:00 ,