Author: Adriana Logroscino
Data : 2023-01-29 21:29:05
Dominio: www.corriere.it
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Il candidato alle primarie del Pd sull’ex M5S e «Iene»: «Chieda scusa prima di entrare nel partito». La sfidante Elly Schlein: «Saremo noi la sorpresa»
ROMA — «Basta autoflagellarsi: il Pd deve reagire. Da oggi parte la rimonta. E la prossima volta vinceremo noi. Ve lo prometto». Stefano Bonaccini, nel suo discorso di chiusura della manifestazione programmatica a Milano, è già nei panni del leader. Motiva, sprona e disegna l’identità per il partito che intende guidare: «Di sinistra e riformista» che ha il lavoro («per occuparsi del quale non è necessario cambiare nome») e la lotta alle disuguaglianze come bussola. E avverte: «Onestà, sobrietà e legalità sono le parole per rimanere nel Pd».
In corsa per la segreteria, con il favore del pronostico, il presidente dell’Emilia-Romagna è tuttavia costretto a tornare sull’ingresso di Dino Giarrusso, ex M5S storicamente antidem, tra le fila dei suoi sostenitori e degli iscritti. Per prenderne le distanze: «Noi siamo un partito aperto a chiunque. Se Giarrusso vorrà iscriversi, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso del Pd». Del resto, secondo quel che si dice nello staff del governatore, dove è cresciuto l’imbarazzo, l’eurodeputato avrebbe deciso autonomamente di annunciare la sua adesione ai Dem da un palco, quello della kermesse di Milano, appunto, su cui avrebbe dovuto prendere la parola per parlare di comunicazione digitale e non, invece, lanciarsi in giudizi politici.
Ne è nato un vespaio e una conseguente ricerca del responsabile. Dal comitato assicurano che Brando Benifei, capo delegazione del Pd in Europa, inizialmente «indiziato» della sottovalutazione dell’intervento di Giarrusso, non era responsabile della scaletta.
Dopo 24 ore di polemiche, però, Bonaccini volta volentieri pagina. Per parlare di futuro: «Siamo la sinistra che mette al centro il lavoro e le imprese che creano occupazione». E sfidare la destra: «Loro propongono la tassa piatta per premiare chi sta meglio, noi contrapponiamo la priorità dei redditi da lavoro e l’aumento degli stipendi, a cominciare da infermieri e insegnanti. Sui migranti il governo ha isolato l’Italia con la fallimentare strategia contro le Ong, e gli sbarchi sono aumentati. Noi diciamo che per gestire le emergenze umanitarie serve più Europa, non più sovranismo».
Da ieri, dalla sua, Bonaccini ha Alec Ross, per sei anni collaboratore di Barack Obama, che ha mandato un videomessaggio di sostegno.
Elly Schlein, però, principale sfidante di Bonaccini (gli altri sono Paola De Micheli e Gianni Cuperlo), reduce da «15 iniziative in 3 giorni» non si dà certo per vinta. «La campagna va benissimo, saremo la sorpresa di queste primarie — assicura da Bologna —. Stanno arrivando i giovani, un ricongiungimento familiare. Abbiamo valori antichi ma vogliamo rinnovare questo partito, il suo metodo e la sua classe dirigente».
Quindi anche lei si concentra sui temi: «Sul lavoro abbiamo fatto errori, come la liberalizzazione dei contratti a termine col Jobs act, che hanno prodotto fratture profonde. Riconosciamolo». E rivendica: «Non possono esserci gerarchie tra i diritti sociali e civili»: salario minimo e ius soli, lotta contro l’omofobia e sfida climatica sono «tutte sfide che devono andare avanti insieme».
29 gennaio 2023 (modifica il 29 gennaio 2023 | 22:32)
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