I punti chiave
- Chi è in pole alla Camera
- Al Senato no di Marcucci al passo indietro
- Possibile confronto tra Letta e i gruppi
Enrico Letta ha ribadito la sua determinazione ad andare avanti sul ricambio ai vertici Pd di Camera e Senato: «Sono sicuro che i gruppi sceglieranno sulla base della selezione, votando donne di qualità, come le donne nei gruppi parlamentari del Pd», ha spiegato il segretario. Alla vigilia della due assemblee, domani mattina 23 marzo, quella della Camera e al pomeriggio quella del Senato, la discussione tra i parlamentari resta accesa. E il pronostico più credibile è che le due nomine slitteranno.
Chi è in pole alla Camera
A Montecitorio, dopo le parole di ieri di Graziano Delrio, la situazione appare un po’ più fluida. L’appuntamento è per le 9,30 e la previsione che si fa al Gruppo è che “si aprirà una discussione, che non si chiuderà domani”. L’Assemblea non è, infatti, convocata come seggio elettorale. Intanto, però, nel tam tam tra i deputati gli spunti non mancano. In pole sembra Debora Serracchiani: “Formalmente non appartiene a nessuna area, questo è un suo punto di forza”, si sottolinea in ambienti parlamentari dem. Ma per lei, come per Alessia Rotta, un’altra papabile, si sarebbe posta la questione della presidenza di commissione: da lasciare, in caso di elezione a capogruppo. Questo aprirebbe una sicura contesa con gli altri partiti, che certamente rivendicherebbero la posizione e il Pd potrebbe anche perdere la presidenza. Restano in corsa, comunque, anche Paola De Micheli, Marianna Madia, Alessia Morani.
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Al Senato no di Marcucci al passo indietro
Ma il vero nodo resta quello del Senato, dove Andrea Marcucci avrebbe ribadito ai suoi parlamentari di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro. “Tra l’altro, per avanzare una candidatura bisogna raccogliere le firme e al momento non risulta una iniziativa simile per altri candidati”, si spiega a palazzo Madama, dove si conclude: “Deciderà il gruppo, con i suoi numeri”. Le chat dei parlamentari, comunque, sono in ebollizione. In particolare proprio quella di palazzo Madama, dove molte senatrici in queste ore non hanno nascosto il proprio malumore: “Non si usa la questione di genere per una operazione che sembra di riallineamento politico. Che ci può stare, ma lo si espliciti”, è il tono usato. Sentimenti, a leggere le chat, trasversali alle varie correnti dem. Il tema del riequilibrio di genere, comunque, sembra ormai aver preso il dominio della discussione tra deputati e senatori dem.
Possibile confronto tra Letta e i gruppi
A questo punto non è escluso che ci possa essere un confronto ‘risolutore’ tra il segretario e i vertici dei gruppi Pd. O, comunque, il fatto che Letta voglia accelerare per trovare la soluzione ad una questione che va avanti da giorni. Un po’ come ha già fatto sul sindaco di Roma. Anche a palazzo Madama, intanto, continua il totonomi. Sarebbero in ascesa le quotazioni di Simona Malpezzi, che lascerebbe il posto al governo con una staffetta con l’attuale capogruppo. Ma continuano anche a circolare i nomi di Roberta Pinotti, Valeria Fedeli e Anna Rossomando.